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RETTIFICAZIONE SESSO: CORTE COSTITUZIONALE, RISPETTARE PECULIARITÀ INDIVIDUO

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09.17 - sabato 15 luglio 2017

(Fonte: avv Alexander Schuster) – Rettificazione di sesso: rispettare le “insopprimibili peculiarità di ciascun individuo”.

 

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Dalla Corte costituzionale importanti indicazioni.

La Corte costituzionale, con la sentenza n. 180 depositata ieri 13 luglio, nel rispondere ai due quesiti posti dal Tribunale di Trento offre importanti elementi per meglio comprendere i precedenti del 2015.

La rettificazione di sesso viene finalmente collocata fuori da un discorso “medicalizzante” ed ancorata saldamente alla tutela dell’identità della persona: «va ancora una volta rilevato come l’aspirazione del singolo alla corrispondenza del sesso attribuitogli nei registri anagrafici, al momento della nascita, con quello soggettivamente percepito e vissuto costituisca senz’altro espressione del diritto al riconoscimento dell’identità di genere».

Nel confermare che l’intervento chirurgico non è condizione necessaria, la Corte esclude che «il solo elemento volontaristico possa rivestire prioritario o esclusivo rilievo ai fini dell’accertamento della transizione».

La Corte usa termini rispettosi della dignità della persona quando parla di «accertamento rigoroso non solo della serietà e univocità dell’intento, ma anche dell’intervenuta oggettiva transizione dell’identità di genere, emersa nel percorso seguito dalla persona interessata», precisando che al giudice spetta «il compito di accertare la natura e l’entità delle intervenute modificazioni dei caratteri sessuali, che concorrono a determinare l’identità personale e di genere».

L’avvocato Schuster, che difende le due persone nei giudizi tridentini che hanno originato il pronunciamento della Corte costituzionale, osserva che «questa importante sentenza evita di indulgere nella persistente prassi di molti tribunali di considerare l’accertamento come l’accertamento di una patologia.

Finalmente la Corte abbraccia un discorso più ampio, capace di restituire alle persone trans una dignità. Ciò che conta per la Corte è il percorso specifico alle “insopprimibili peculiarità di ciascun individuo”e i caratteri sessuali rilevanti non sono più solo quelli primari e secondari, ma tutti quelli che “che concorrono a determinare l’identità personale e di genere”, in primis – quindi – anche quelli psicologici e comportamentali».

La difesa in Corte costituzionale è stata affidata all’avv. prof. Massimo Luciani.

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