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REATO D’OPINIONE: SENTINELLE IN PIEDI, A ROVERETO PER LA LIBERTA’ DI DIRE NO (1/4)

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08.31 - martedì 28 marzo 2017

(Fonte: Sentinelle in Piedi Rovereto -Tn-) –  In Italia si cerca da alcuni anni di introdurre il reato d’opinione. Ci hanno provato col ddl Scalfarotto «sull’omofobia» già approvato alla Camera, ma il cui iter è stato poi bloccato anche grazie alle veglie delle Sentinelle in Piedi. Poi si è tentato di farlo passare col ddl su bullismo e cyberbullismo e ora, in una veste ancor più subdola e pericolosa, ricompare nel ddl s2688 (XVII legislatura) sulle cosiddette fake news che, con la scusa di voler punire chi diffonde notizie false, in realtà minaccia la libertà d’espressione a 360 gradi.

Questo ddl, infatti, prevede una multa fino a 5 mila euro per «chiunque pubblichi o diffonda» online «notizie false, esagerate o tendenziose che riguardino dati o fatti infondati o falsi». Se poi lafake news è tale da «destare pubblico allarme», «fuorviare settori dell’opinione pubblica» o promuovere «campagne d’odio», l’articolo 2 aggiunge ai 5 mila euro di multa anche un anno di reclusione. Quando poi si arrivi a «minare il processo democratico, anche a fini politici», gli anni di reclusione diventano due e l’ammenda sale a 10 mila euro.

Ma chi stabilisce che una notizia sia falsa, esagerata o tendenziosa? Chi stabilisce dove e quando si tratta di una campagna d’odio? E poi cosa significa «minare il processo democratico»? Non sappiamo se questo testo passerà davvero, di certo negli ultimi mesi l’attenzione sulle cosiddette fake news si sta facendo strada a livello internazionale nell’intento di silenziare ogni voce dissonante con ogni mezzo possibile.

È infatti evidente che, se questi o analoghi testi dovessero diventare legge, potrebbe essere a rischio la libertà di esprimere legittimo dissenso pubblicamente senza venire accusati e perseguiti. È evidente che potrebbe non essere più possibile esprimere opinioni ad esempio contrarie all’aborto, alle unioni civili o alle «creative» decisioni di Tribunali quali quello di Milano, di Trento e più di recente quello di Firenze, che contro ogni senso della giustizia e del rispetto delle leggi italiane hanno emesso sentenze ideologiche che arrivano a trattare un bambino come se fosse unicamente il mezzo per soddisfare un inesistente «diritto al figlio».

Ma un figlio non è un diritto ed è inaccettabile commissionarlo e produrlo pagandolo migliaia di euro con l’utero in affitto, così come è inaccettabile che venga adottato da due uomini o due donne dal momento che l’adozione nasce per rispondere al miglior interesse del minore, che certamente è quello di crescere con un papà e una mamma adottivi quando quelli biologici non possono crescerlo per i motivi più diversi. Nessuno può avere due papà o due mamme.

Sulla stessa scia si comprende che potrebbe non essere più possibile dirsi contrari alla legge sul biotestamento ora in discussione in Parlamento. Testo che, pur non nominando mai esplicitamente questo termine, di fatto apre all’eutanasia.

Si tratta, infatti, di una normativa che rende «disponibile» il diritto alla vita, perché di fatto introduce l’idea che sia la cosiddetta «qualità» della vita a determinare se essa sia degna di essere vissuta oppure no. Prevede che anche la nutrizione e l’idratazione, cioè dare cibo e acqua a un malato, possano essere equiparati a trattamenti medici e quindi possano essere arbitrariamente sospesi.

Priva il medico del diritto all’obiezione di coscienza e orienta la medicina non alla cura del paziente, ma al dovere assoluto di rispettare una volontà di suicidio. Si applicherebbe tra l’altro anche ai minorenni, quindi potenzialmente anche ai bambini, aprendo così la strada a ogni arbitrio come già avviene in altri Paesi quali Belgio, Olanda e Francia. Paesi che qualcuno pensa di indicarci quale esempio di civiltà, dove invece è stato smarrito ogni significato e ogni senso di sacralità della vita e dove si è presto passati da un’eutanasia volontaria a quella involontaria, per cui ora sono i medici a stabilire quali siano le vite degne di essere vissute e quelle da «scartare», a volte perché troppo costose.

 

*

Di fronte a questa deriva, di fronte a questo attacco alla libertà d’espressione, alla giustizia e alla verità, le Sentinelle in Piedi non possono rimanere indifferenti. Ecco perché il 25-26 marzo veglieremo nelle principali città italiane.

 

Benevento: domenica 26 marzo 2017 alle ore 16.00 in corso Garibaldi, davanti a Palazzo del Governo;
Bergamo: sabato 25 marzo 2017 alle ore 17.00 sul Sentierone;
Bisceglie (BT): domenica 26 marzo 2017 alle ore 18.30 in piazza San Francesco d’Assisi;
Bolzano: sabato 25 marzo 2017 alle ore 11.00 in piazza Walther;
Brescia: Sabato 8 aprile 2017 ore 16.30 piazza Vittoria;
Como: domenica 26 marzo 2017 alle ore 11.30 in piazza Verdi;
Cosenza: Sabato 25 marzo 2017 ore 16.30 piazza dei Bruzi;
Crema (CR): sabato 25 marzo 2017 alle ore 21.00 in piazza Duomo;
Cremona: domenica 26 marzo 2017 alle ore 16.00 in piazza Duomo;
Fano (PU): domenica 26 marzo 2017 alle ore 18.00 in piazza XX settembre;
Fidenza (PR): sabato 25 marzo 2017 alle ore 16.30 in piazza Garibaldi;
Firenze: sabato 25 marzo 2017 alle ore 16 in piazza Strozzi;
Forlì: sabato 25 marzo 2017 alle ore 16.00 in piazzetta Misura;
Genova: sabato 25 marzo 2017 alle ore 16.00 in corso Italia (Boccadasse);
Imperia: domenica 26 marzo 2017 alle ore 16.00 in piazza Nino Bixio (zona Spianata – Oneglia);
La Spezia: sabato 8 aprile 2017 alle ore 16.00 in piazzetta del Bastione;
Latina: domenica 26 marzo 2017 alle ore 18.30 in piazza della Libertà;
Mantova: domenica 26 marzo 2017 alle ore 16.00 in piazza Sordello;
Matelica (MC): domenica 26 marzo 2017 alle ore 17.00 in piazza Mattei;
Milano: domenica 26 marzo 2017 alle ore 18.00 in piazza Duomo, davanti a Palazzo Reale;
Modena: sabato 25 marzo 2017 alle ore 18.30 in piazza Roma, lato Fonte d’Abisso;
Napoli: sabato 25 marzo 2017 alle ore 18.00 in largo Enrico Berlinguer;
Perugia: Domenica 26 marzo 2017 alle ore 10.30 in piazza IV novembre;
Pisa: domenica 26 marzo 2017 alle ore 17.00 in piazza dell’Arcivescovado;
Pontremoli (MS): domenica 2 aprile 2017 alle ore 16.00 in piazza Italia;
Rivarolo Canavese (TO): sabato 25 marzo 2017 alle ore 16.00 in piazza Garibaldi;
Rovereto (TN): sabato 1 aprile 2017 alle ore 16.00 in piazza Loreto;
Salò (BS): domenica 2 aprile 2017 alle ore 15.30 in piazza Serenissima;
Sassari: sabato 25 marzo 2017 alle ore 17.30 in piazza d’Italia;
Senigallia (AN): sabato 25 marzo 2017 alle ore 16.30 in piazza Roma;
Siena: sabato 25 marzo 2017 alle ore 17.00 in piazza del Campo;
Somma Vesuviana (NA): domenica 2 aprile 2017 alle ore 11.00 in piazza Vittorio Emanuele;
Trieste: sabato 25 marzo 2017 alle ore 17.00 in piazza Unità d’Italia;
Udine: domenica 26 marzo 2017 alle ore 12.00 in piazza San Giacomo;
Varese: domenica 26 marzo 2017 alle ore 16.00 in piazza San Vittore.

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