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RCC * RICHETTI (PD): ” MINNITI DICE DI NON ESSERE RENZIANO MA VUOLE I VOTI DI RENZI, IO INVECE DICO CHE SONO RENZIANO E SONO ORGOGLIOSO DI QUELLO CHE ABBIAMO FATTO “

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15.11 - lunedì 19 novembre 2018

Richetti (Pd): “Trovo surreale che si voglia fare un congresso parlando di Renzi. Minniti dice di non essere renziano ma vuole i voti di Renzi, io invece dico che sono renziano e sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto. Minniti non ha le idee molto chiare: ha detto che il 4 marzo è stata una sconfitta peggiore di quella del 1948, ma De Gasperi nel 48 le elezioni le ha vinte.

Questa prima fase delle tessere regala un vantaggio alle bande organizzate del Pd, è deprimente. Io aprirei un tesseramento online dove tutti possono accedere, non solo quelli che col blocchetto degli assegni vanno a farsi le tessere e poi vediamo quale sarebbe l’esito del congresso. Un sindaco mi ha detto: ‘ti sostengo, vorrei stare con te ma non lo posso dire perché altrimenti passo dei guai nella mia regione’. Dialogo con M5S? Questo M5S e questa destra saranno sempre i nostri avversari”.

Il Senatore Matteo Richetti, candidato alla segreteria del Pd, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la Notizia” condotta da Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sul Congresso. “Mi sono messo in gioco proponendo un rinnovamento vero, profondo, basato su persone che abbiano competenze e passione. Hanno talmente capito che facciamo sul serio che non c’è un parlamentare che per sbaglio sia con me, ma non credo per un fatto di antipatia nei miei confronti, piuttosto perché sono convinto che stavolta o si fa sul serio o si va a sbattere”.

Troppi candidati alle primarie? “Il problema non è se siamo tanti o pochi, il problema è che cosa sostiene e su cosa è fondata una candidatura. Io mi sono candidato con un assunto: basta con un partito che fa decidere alle tessere i propri candidati. Vuol dire che se vinco io si fa la tessera per partecipare e non per tenere fuori i giovani dal partito, cosa che sta accadendo. Se vinco io nei collegi per decidere il nostro candidato si fanno le primarie e non le liste. Se vinco io le priorità saranno le nuove generazioni. Dopodichè se mi dicono che sono troppi i candidati che se la prendono con Burioni, che parlano del 1948, che vogliono tornare alla ditta, è un altro paio di maniche. Ma io di farmi mettere nel mucchio dei troppi o pochi non ho molta voglia”.

Su Minniti. “Trovo surreale che si voglia fare un congresso parlando di Renzi, il quale ha dato qualcosa di più che un importante contributo alla vita del Pd. Minniti dice di non essere renziano, io invece lo sono. Mi fa troppo ridere vedere che vogliono prendere i voti da Renzi senza professarsi renziani. Io invece, che non chiedo i voti in quanto qualcosa, sono stato molto orgoglioso di condividere un’esperienza di cambiamento, di innovazione della politica che avrà anche avuto dei limiti ma che oggettivamente ha dato vita ad una delle esperienze di governo più importanti degli ultimi anni. Detto questo, ci si sta parlando addosso.

Minniti ha esordito dicendo che il 4 marzo è stata una sconfitta peggiore di quella del 1948. Ecco, c’è solo un problema, che nel 1948 De Gasperi le elezioni le ha vinte. E allora un partito che cita De Gasperi e lo ritiene la più grande sconfitta della storia, francamente non penso che abbia le idee molto chiare”.

Sulle tessere. “Siamo di fronte a un rischio, anzi qualcosa in più di un rischio, che sia solo ed esclusivamente un ragionamento di posizionamento. Purtroppo questa prima fase delle tessere regala alle bande organizzate del Pd un vantaggio competitivo enorme, perché i ragazzi che sto riunendo io mi dicono: noi non abbiamo i soldi per comprare le tessere come stanno facendo tutti. E’ molto deprimente e demoralizzante, ma noi cercheremo di combattere fino alla fine con la forza delle nostre idee. Io aprirei un tesseramento online dove tutti possono accedere, non solo quelli che col blocchetto degli assegni vanno a farsi le tessere e poi vediamo quale sarebbe l’esito del congresso”.

Chi temo tra i rivali alle primarie? “Il rivale più duro che ho sono le logiche che in questo momento stanno governando il PD. Il più grande rivale è la telefonata di un sindaco che mi dice: ‘Matteo, ti sostengo, vorrei stare con te ma non lo posso dire perché altrimenti passo dei guai nella mia regione’. Poi fanno tutti le verginelle e mi dicono: fai nomi. Un partito con delle ipocrisie di questo livello non si vedeva da molto tempo”.

Sul tema dell’alleanza con il M5S. “Se vinco io apro immediatamente il movimento dei democratici italiani aperto a tutti quelli che vogliono contribuire e creare un fronte alternativo alle forze sovraniste che stanno governando. C’è un popolo al quale sta stretta l’attuale conformazione del PD e bisogna dare una casa a questo popolo, anche se questo passa da un po’ di cedimento e di rinnovamento della classe dirigente. Il problema non sono le sigle, come si fa a fare l’alleanza con questo M5S? Quello che vota che i beni confiscati alla mafia possono tornare alla mafia con un prestanome. Quello che vota i condoni. Questa è la destra peggiore per il Paese, quindi la discussione è già chiusa. Questo M5S e questa destra saranno sempre i nostri avversari”:

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