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RAI RADIO 1 – “UN GIORNO DA PECORA “ * MARCO MINNITI: « MIO PADRE? PER LUI ERO INUTILE ED È MORTO CONVINTO DI QUESTO »

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17.57 - giovedì 14 marzo 2019

Marco Minniti e il difficile rapporto con suo padre che, anche se teneva molto a lui, lo faceva sentire inutile. Ospite di Rai Radio1 a Un Giorno da Pecora, il deputato Pd ed ex Ministro dell’Interno si è aperto coi conduttori Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, raccontando alcuni aspetti, anche emotivi, della sua adolescenza. “Sono sempre stato solitario, da bambino mi mettevo sotto le coperte e facevo finta di volare”. Come mai? “Ero un appassionato di volo e dicevo a mia madre che stavo facendo un ‘volo cieco’. Beh, lei si preoccupo’ seriamente per la mia salute mentale…”

Lei voleva fare davvero il pilota d’aereo? “Esatto, ma visto che non me lo permisero, a 17 anni feci due cose: iscrivermi a Filosofo e iniziare a militare nel Pci. Entrambe considerate non proprio bene dalla mia famiglia”. I suoi genitori non approvavano queste sue scelte? “Mio padre era esageratamente coerente, se così si può dire, tanto che non venne nemmeno alla discussione della mia tesi di laurea, che riteneva del tutto inutile. E lui, mio padre, ha lasciato questo mondo convinto di aver dato alla luce un figlio a cui teneva particolarmente ma anche particolarmente inutile”. Non crede fosse un giudizio troppo severo? “Vi racconto una cosa. Quando ero ragazzo – ha proseguito Minniti a Rai Radio1 – si parlava molto di modello educativo svedese. E allora chiesi a mia madre perché fossimo così severi in famiglia, pregandola di dire a mio padre di esser più aperto e disponibile con me.

Lei lo fece”. Cosa rispose suo padre? “Le rispose così: ‘ma come se io gli consento addirittura di darmi del tu, cosa altro dovrei fare?’. Il problema era che non stava affatto scherzando….”, ha detto l’ex Ministro a Un Giorno da Pecora. Nel corso del programma, Minniti ha svelato un ‘retroscena’ legato ad un piccolo problema di salute che condivide con Carlo Calenda. “Sono un appassionato di immersioni in apnea, ormai però sono sei mesi che non faccio nulla”. Perché? “Ho un problema con la schiena, lo stesso di cui soffre anche Carlo Calenda, che una volta, per questo motivo, mi cercò alle 4.30 del mattino per chiedermi una consulenza su questo dolore.”. Le telefonò? “Prima mi mandò un sms, poi, alle 5, mi fece una telefonata”. Cosa le disse l’ex titolare dello Sviluppo Produttivo? “Io gliela feci talmente tragica che ad un certo punto Carlo mi disse ‘devo chiamare un ambulanza!’”.

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