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QUOTE ROSA: CIA, SI ELEGGANO TANTE DONNE MA PRIMA SI ELEGGANO ALTRI UOMINI

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15.46 - venerdì 31 marzo 2017

(Fonte: Claudio Cia) – ​Pare che la ricerca del paradosso costituisca per questa maggioranza uno status politico imprescindibile.

Il giorno della Festa della donna lo scorso 8 marzo viene fumosamente inserito all’ordine del giorno del Consiglio provinciale il disegno di legge cosiddetto sulla parità di genere che neanche viene discusso: non negoziato prima, scientemente impallinato poi, secondo un copione ampiamente previsto e prevedibile.

Non contenti della repentina figuraccia si pensa ad un clima migliore ed allora due uomini di sicuro potere e di estrazione politica diversa ma di pari arrogante maschilismo macista pensano di tradurre in pratica il concetto di rispetto politico dell’universo femminile.

Il Sindaco di Rovereto Valduga apostrofa pubblicamente dandole della imbecille la Consigliera del Pd cittadino Filippi. Il Governatore Ugo Rossi riedita in sede ufficiale di Giunta provinciale il sistema “K”, ovvero lo sprezzante dito indice che indica la porta all’Ass.ra Ferrari con annesso sforamento di pentagramma vocale, collaudata modalità simbolica mutuata dal nostro all’interno del Patt contro il suo consigliere provinciale Kaswalder.

Davvero belli esempi di spessore democratico, di consistenza morale ed elevata cifra personale. Tacciamo, per non passare dall’arroganza al comico, la risibile giustificazione del Sindaco Valduga che qualifica infelice la sua uscita ma fortemente attesa a pretesto dalla consigliera Filippi. Tacciamo, per non citare abitudini omertose di altre latitudini, i silenzi collusivi imposti sulla vicenda dal Governatore Rossi ai componenti di Giunta, morbidi scendiletto e silenti vittime di una vicenda senza vergogna.

Donne e zerbini: di questa elemosina istituzionale se ne sarebbe fatto anche a meno. Triste poi che la schiera delle donne in Consiglio si sia tacitata accontentandosi della risibile dichiarazione di Rossi “discuto con le persone, non con i generi”, sottolineando implicitamente una giustificazione sessista della vicenda che egli ha tenuto stranamente di dovere sottolineare.

Ora, ammesso e per me non concesso che l’atto intimidatorio non fosse legato ad appartenenza di genere, tale rimane comunque, inaccettabile, arrogante, offensivo e lesivo della dignità personale. Chiunque ne fosse il destinatario l’unico intervento logico sarebbero state le relative scuse. Siamo guardati dalla gente e giudicati per i fatti e la coerenza, in un ruolo simbolo quale è il consigliere, e per il quale gli sconti non sono contemplati.

Si eleggano sì​ ​tante donne…​ ​ma forse prima​ ​si​ ​eleggano​ ​altri uomini!

 

 

 

 

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