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PUNTO NASCITA ARCO: FUGATTI, LA PAT CHIEDA LA DEROGA COME IL VENETO

Scritto da
14.26 - lunedì 6 marzo 2017

(Fonte: Maurizio Fugatti – Giacomo Bezzi  – Manuela Bottamedi  – Claudio Cia)

 

 

*

Premesso che,

si conferma da tempo la tendenza alla riduzione dei servizi sanitari erogati sul territorio provinciale, la tendenza al depotenziamento ed alla chiusura delle strutture ospedaliere periferiche e dei punti nascite presenti sul territorio.

 

Considerata,

la nostra profonda disapprovazione rispetto la strategia messa in atto, che nei fatti si è dimostrata svilire l’Autonomia a favore di una politica centralista che ha condotto alla riduzione dei servizi sanitari erogati nelle strutture periferiche, a scapito degli utenti.

 

Considerato che,

in seguito alla richiesta di deroga avanzata dalla Provincia autonoma di Trento in data 2 febbraio 2016, riguardante il mantenimento dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno (ai sensi del D.M. 11 novembre 2015) il Comitato Nazionale si è espresso in favore del mantenimento solo dei punti nascita di Cles e Cavalese, prevedendo per questi ultimi degli standard di sicurezza rigorosi (in particolare la presenza in guardia attiva di anestesista, pediatra e ginecologo) e che in seguito al parere negativo del Comitato si p proceduto alla chiusura del Punto nascite di Arco.

 

Considerato che,

in Alto Garda e Ledro risiedono circa 50.000 persone e il numero di turisti che annualmente frequentano la zona è decisamente elevato, aggirandosi attorno a circa 3 milioni, e che pertanto l’Ospedale di Arco serve un bacino di utenza tutt’altro che irrisorio.

 

Considerata,

l’approvazione della risoluzione su punti nascita, proposta dalle minoranze con la quale il Consiglio impegna la Provincia a proseguire nelle azioni volte a reperire i professionisti necessari al funzionamento in sicurezza del punto nascita di Cavalese, a proseguire nel tentativo di condividere una proposta comune alle altre Regioni interessate, per avere standard particolari, che attraverso il sistema della reperibilità per i pediatri, garantiscono la sicurezza ma anche maggiore flessibilità, da sottoporre nuovamente al Comitato Percorso Nascite nazionale; ed infine a valutare, nella prossima programmazione triennale per le borse di studio, un’implementazione delle risorse dedicate agli specializzandi in pediatria.

 

Vista,

la deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n.2238/DGR del 23.12.2016 avente ad oggetto “Identificazione del modello della rete assistenziale per il percorso nascita e in particolare della rete dei punti nascita. Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR) 2012-2016” e gli allegati A, B, e C -parte integrante della stessa-, in cui vengono individuate 4 classi costituenti la rete del dei punti nascita ed i relativi parametri di riferimento, le strutture appartenenti a ciascuna classe ed i requisiti funzionali, operativi e di sicurezza per ciascuna di queste ultime.

 

Dato che,

nel modello assistenziale approvato con la deliberazione della Giunta Regionale del Veneto succitata, è prevista una CLASSE apposita per strutture con numero di parti inferiori a 500 parti annui in condizioni oro geografiche difficili. La stessa prevede che vi sia un unità per l’assistenza a gravidanze e parti non complicati e al neonato normale, strutture che devono assistere parti con Età Gestazionale => a 37 settimane compiute, confermate in situazioni che non richiedono presuntivamente interventi di livello tecnologico e assistenziale elevato per la madre e per il feto. Prevedendo inoltre che, per questa CLASSE l’organizzazione del personale sia in dipartimento con la CLASSE superiore (che prevede un numero di parti superiore a 500 ed inferiore a 1500) e che sia prevista la rotazione del personale. Garantendo per le strutture appartenenti alla classe la presenza h24 dell’Ostetrica e almeno 3 ore giornaliere la presenza del Pediatra per il Nido.

 

Considerata poi,

la conformazione orografica del territorio della Provincia di Trento ed il diritto dei cittadini che dimorano nelle valli di usufruire (al pari di quelli che dimorano nei centri principali) di un’idonea rete di punti nascita sull’intero territorio provinciale.

 

Considerato infine che,

la tutela della sanità pubblica rappresenta uno dei punti cardine alla base del buon andamento di una società, ragione per cui le Istituzioni locali dovrebbero garantire il mantenimento dei presidi ospedalieri e dei punti nascita periferici, al fine di salvaguardare la popolazione e garantire alla stessa le cure di cui abbisogna, attraverso un servizio sanitario capillare e efficiente.

 

il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale

 

a richiedere la deroga per il Punto Nascite dell’ospedale di Arco, ricalcando quanto proposto dalla Giunta della Regione Veneto.

 

Lega Nord Trentino

 

Cons. Maurizio Fugatti

Cons. Giacomo Bezzi

Cons. Manuela Bottamedi

Cons. Claudio Cia

 

 

 

 

 

In allegato la mozione contenuta nel comunicato stampa:

 

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Foto: archivio Pat

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