Il Senato ha votato sul “Caso Diciotti” e il Ministro dell’Interno non andrà a processo. Eppure i ministri sono innanzitutto cittadini e come tali devono rispettare la legge. Piegando la Costituzione alle esigenze di questo Governo si cancellano secoli di diritto e oltre 70 anni di storia repubblicana. Ecco perché questa vicenda riguarda tutti noi.
Ho cercato di spiegare in queste settimane – e ho ribadito in Senato – che il punto centrale della vicenda è la modalità attraverso la quale il Ministro dell’Interno ha voluto realizzare gli obiettivi di contrastare il traffico di esseri umani e di condividere le responsabilità con gli altri Paesi europei. Obiettivi legittimi, ma perseguiti violando i fondamentali diritti umani.
Il Ministro Salvini ha certamente posto in essere un comportamento in violazione delle norme internazionali e nazionali e ha, secondo il Tribunale dei Ministri di Catania, abusato delle funzioni attribuite al Ministero dell’Interno ponendo arbitrariamente il proprio veto all’indicazione del Pos, determinando così la permanenza forzosa dei naufraghi a bordo della “Diciotti”, con conseguente illegittima privazione della loro libertà personale per un arco temporale giuridicamente apprezzabile e al di fuori dei casi consentiti dalla legge.
Qualora il Ministro avesse voluto sollevare il tema dell’equa ripartizione dei migranti in ciascun Paese europeo avrebbe potuto e dovuto farlo nelle sedi opportune, dopo averli fatti sbarcare così come prevedono le convenzioni internazionali. Invece, è stato operato quasi un sequestro a scopo di coazione. Un grande Paese non usa come ostaggi per una trattativa internazionale una nave militare, il suo equipaggio e i naufraghi salvati. I diritti fondamentali non devono mai essere compressi per esigenze politiche: trattenere delle persone in un luogo senza un atto motivato dell’autorità giudiziaria configura un reato che avrebbe dovuto essere sottoposto al giudizio della magistratura.
Negando il processo al Ministro Salvini, è stato creato un precedente pericoloso e nessuno può escludere che in futuro un altro ministro possa usarlo per sentirsi autorizzato ad agire con qualsiasi mezzo per il proprio fine politico. Speriamo non accada.
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Pietro Grasso