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CORONA PERER * ROVERETO – COVID: « DOMENICA 26/9 IMPOSSIBILE FARE TAMPONI NELLA SECONDA CITTÀ DEL TRENTINO, LA FARMACIA PIÙ VICINA ERA A MORI »

Scritto da
16.20 - domenica 3 ottobre 2021

Ritengo utile segnalare quello che io chiamo un “disservizio”. A Rovereto, seconda città del Trentino, 40.000 abitanti, domenica 26 settembre è stato impossibile (qualora fosse stato necessario…) fare un tampone Covid.

Questo perchè nessuno (dicasi nessuno) eroga il servizio. Bisogna recarsi a Mori dove una farmacia è sempre aperta (Farmacia Mori Vecchio), a prescindere dai turni come specifica l’incaricata alla cassa.

Quanto riferisco è successo 26 settembre: farmacia di via Paoli chiusa e quella di turno (anch’essa comunale) in via Benacense che non somministra tamponi. “Li fa solo la Comunale di via Paoli” afferma il medico al banco. In realtà i tamponi li potrebbe fare anche la farmacia Thaler, che però non è di turno, come altre farmacie cittadine. E fin qui ci sta: è la normale programmazione settimanae interna alle farmacie. Ciò che non è normale è il buco in un servizio cruciale come quello dei tamponi.

Inutile andare alla Guardia Medica e al presidio Ospedaliero: il nosocomio cittadino non eroga questo servizio. Ma un addetto volonteroso alla reception dell’ospedale guarda la tabella delle farmacie e si prodiga per chiamare Mori, dove è possibile farlo fino alle 12,15, confermando che altri cittadini si sono recati all’ospedale chiedendo come fare.

E dunque non resta che prendere atto che la città di Rovereto, con i suoi 40.000 abitanti, risulta totalmente scoperta di un servizio che – mi contraddica se sbaglio – è cruciale in una ”emergenza sanitaria”. Non sono forse i tamponi eseguiti dalle farmacie a costituire il bollettino sui contagi propinato ogni sera dalla tv?

Risulta a me inconcepibile che SMR , che ha in carico la gestione delle farmacie comunali, non provveda a garantire, delegandolo se necessario (purchè non rimanga scoperto), un servizio che è di presidio alla salute collettiva. Viene naturale anche far notare che SMR risponde al Comune e al Sindaco, che (…almeno in teoria) dovrebbe essere il garante della salute collettiva. Tuttavia mi chiedo: se non provvede l’Azienda sanitaria attraverso l’ospedale e nemmeno il Comune attraverso le Farmacie Comunali, non è questa una interruzione di pubblico servizio?

E a cascata sorgono spontanee altre due domande: SMR sta davvero rendendo il servizio dovuto al cittadino? APSS non dovrebbe vigilare perchè sul territorio il servizio sia effettivamente svolto in base ai bacini di utenza?

 

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Corona Perer
Rovereto (Tn)

 

 

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