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MIRELLA SERAFINI – CONSIGLIERE COMUNALE RIVA DEL GARDA (TN) * PADRI SEPARATI: « SI VALUTI LA POSSIBILITÀ DI ACQUISIRE LA DISPONIBILITÀ DELLE CASE CANTONIERE DISMESSE »

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09.27 - venerdì 8 marzo 2019

Mozione per l’iniziativa “Un aiuto ai padri separati”. I numeri della Caritas sono impressionanti: si parla di un esercito di 4 milioni di papà separati dei quali 800mila toccano la soglia della  povertà. Sono sempre di più i padri e i mariti divorziati che diventano indigenti a seguito degli adempimenti obbligatori a cui un giudice li costringe. Quello dei cosiddetti padri separati  è un vero fenomeno sociale che riguarda migliaia di uomini che per via del mantenimento da passare all’ex coniuge ed ai figli, non riescono ad avere un tetto sulla testa ed a vivere di stenti.

Pignoramenti e sequestri perché impossibilitati a pagare le tasse e casa coniugale che di norma viene assegnata al coniuge considerato debole, a cui anche vengono assegnati i figli, sono i fattori che determinano questa sopraggiunta povertà post-divorzio. Questi nuovi poveri senza l’aiuto delle loro famiglie originarie vivono per strada o nelle auto nonostante continuino comunque ad andare a lavorare. Più drammatica ancora la situazione di quanti non hanno lavoro o hanno perduto i mezzi per svolgere la loro attività perché pignorati a causa dei debiti.

La nostra realtà – Spesso siamo portati a considerare queste problematiche come “esterne” alla nostra realtà, ma purtroppo non è così. Sotto l’apparente benessere generalizzato alto gardesano e trentino c’è una situazione di diffusa sofferenza, troppo spesso ignorata in molti casi per pudore, rassegnazione o disperazione da parte delle molte persone che si sono trovate nelle condizioni di dover modificare radicalmente il loro modo di vivere.

Siamo a conoscenza di casi di persone che nell’Alto Garda dormono in macchina o, nel migliore dei casi, in una roulotte e che per i pasti, a volte, devono rivolgersi a Caritas o a strutture di sostegno. Parlando con queste persone emerge un dato che va tenuto in considerazione: questi nuovi poveri spesso non sanno a chi rivolgersi, non hanno delle indicazioni utili per cercare di far fronte ad una situazione umiliante che determina problemi di dignità e di sopravvivenza.

Pochi sanno che la legge può offrire un aiuto in molti casi a questi soggetti. Spesso sono le amministrazioni locali a provvedere autonomamente alla dotazione normativa di quello che evidentemente viene visto come un serio problema dalla politica. In Friuli per esempio, la Regione offre un assegno ai padri che vessano in quelle condizioni di disagio A questo, sempre dalla Regione Friuli, va aggiunto il fatto che questi uomini hanno corsie preferenziali in quanto ad assegnazione di case popolari. Altre regioni come la Lombardia hanno avviato progetti simili proprio in tutela di questi nuovi poveri. Si ritiene che compito di una pubblica amministrazione sia quello di operare per far fronte a situazioni di emergenza e di sofferenza come quella dei padri separati, una dolorosa realtà che colpisce anche la nostra comunità.

Sono dunque auspicabili provvedimenti a tutela della famiglia e a supporto dei padri separati, il vero dramma nel nucleo che si spezza, oltre alle ripercussioni psicologiche verso i figli e i rapporti deteriorati con l’ex coniuge.

 

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Tutto ciò premesso e considerato

il Consiglio Comunale di Riva del Garda invita il Sindaco e la Giunta:

1) a considerare, non solo dal punto di vista conoscitivo, ma anche operativo il problema dell’emergenza dei padri separati in condizioni di indigenza che sono numerosi anche nel nostro comune e nella nostra zona;

2) a definire forme di comunicazione atte a far conoscere alle persone interessate i soggetti delegati a fornire informazioni utili per ottenere un sostegno psicologico e materiale;

3) attivare il Sindaco e la Giunta Comunale affinché promuovano il ricorso a possibili opportunità residenziali agevolate già in atto (come l’iniziativa degli alloggi comuni), o nei casi più gravi, gratuite per le persone che attualmente non hanno una abitazione e affrontano disagi, come quello di dormire in auto, non tollerabili da una società civile. Intervenire presso chi di competenza perché ci possano essere corsie preferenziale per l’assegnazione di alloggi popolari;

4) valutare la possibilità, ad esempio, di acquisire la disponibilità delle case cantoniere dismesse nella nostra zona. L’Anas nel luglio 2016 aveva emesso un bando di gara nell’ambito di un progetto pilota con queste finalità;

5) inoltrare copia della presente mozione alla Presidenza del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento chiedendo informazioni su eventuali opportunità già in atto nella nostra realtà e richiamando nel contempo la validità di iniziative già operative in altre regione, come quelle citate, in essere in Friuli e Lombardia.

 

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Mirella Serafini
(Consigliere Comunale)

 

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