In questi giorni Trento ospita il “Festival della famiglia”. Con molto rispetto per quanti sono convinti che la famiglia tradizionale, fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, sia l’unica da riconoscere e sostenere come nucleo di una società sana, crediamo che su questa questione sia necessario mantenere aperto un confronto sereno, che guardi alla realtà delle persone e delle situazioni e sia sgombero dai postulati, peraltro non verificati né verificabili.
L’impostazione data al festival non considera minimamente i continui mutamenti sociali che avvengono all’interno della famiglia e nelle molteplici forme in cui la stessa si esplica. Esistono infatti famiglie eterogenitoriali con due genitori sposati o conviventi, famiglie mogenitoriali a causa di decessi o separazioni; famiglie omogenitoriali; famiglie allargate, famiglie con figli procreati e ancora famiglie con figli adottati; … l’elenco può comprendere altre numerose variabili.
Il compito dell’istituzione nei confronti della famiglia non può essere quello di controllare la conformità ad un modello; deve piuttosto essere quello di vigilare sui sintomi di disagio e fare in modo che ogni famiglia abbia il supporto e i servizi necessari a svolgere al meglio il proprio ruolo.
Vogliamo che questo compito si assumano le istituzioni, ma siamo tristemente consapevoli che gli attuali governi, a livello nazionale e provinciale, hanno ben altro in testa. La presenza del senatore Pillon al Festival ne è chiara testimonianza.
Contro la contrazione di diritti legittimamente conquistati, contro concezioni medievali dei rapporti sociali, contro il regresso fondato sull’odio e sulla paura, saremo in piazza Dante domani, venerdì 7 dicembre, a fianco di tante e tanti cittadine/i, associazioni, partiti, movimenti che condividono la difesa della pluralità ed espansività dei diritti.
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Renata Attolini
Liberi e uguali del Trentino