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LEGGE PAT SULL’EDITORIA: CIVETTINI, SI CORREGGANO I CRITERI PALESEMENTE ERRATI

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17.35 - martedì 28 marzo 2017

(Fonte: Claudio Civettini) – Quella che viene impropriamente definita la nuova Legge sull’editoria che in pratica è una norma per l’equa diffusione della pubblica informazione, nella sua parte attuativa – nonostante le attente letture in fase prima di stesura e poi di approvazione in Commissione – sembra abbia delle problematicità, in particolare per com’è stato redatto il regolamento che, nella realtà, costituisce il cuore della legge stessa, quanto meno dal punto di vista concreto e operativo.

Un passaggio, questo, di cui lo scrivente fa anche ammenda – essendo il sottoscritto, notoriamente, uno dei firmatari della legge – non potendo certo esimersi dal sottolineare quelle che sono le difficoltà oggettive su situazioni e percorsi attuativi che sembrano siano penalizzando tante situazioni che, nello spirito della legge invece, dovevano invece essere sostenute.

Peraltro, oltre a dettagli e incongruenze segnalateci, sembra vi siano anche problematicità sui moduli di adesione che sarebbero stati predisposti e proprio per questo crediamo sia opportuno, saggio e intelligente sicuramente non bloccare l’iter attuativo, ma porre immediati rimedi laddove le incongruenze siano tali e palesi da minare la libera informazione, soprattutto nelle piccole realtà, siano esse radio, web o dei media televisivi.

Si evidenzia tutto ciò nella piena consapevolezza che fare l’analisi nella parte attuativa non rappresenti affatto l’ammissione di qualsivoglia colpa, ma sia al contrario un doveroso percorso col quale si possono correggere palesi sviste, anche dal punto di vista attuativo, poiché gli obbiettivi non possono essere disattesi per tecnicismi del regolamento attuativo stesso.

Proprio per questo ci sentiamo in dovere di sottolineare che a fronte di dette difficoltà, non abbiamo paura a chiedere l’immediata revisione del regolamento attuativo, con le dovute correzioni, e in caso contrario ci sentiamo altrettanto in dovere di ritirare la firma da quella legge poiché, se da una parte lo spirito espresso in legge è positivo – puntando alla salvaguardia occupazionale ma anche all’incentivo e alla professionalizzazione della gestione dell’informazione pubblica -, dall’altra non può tradursi in un percorso punitivo su altre situazioni che, se attuato, diventerebbe un vero e proprio flagello per la pubblica informazione.

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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