(Fonte: Alessandro Urzì) – Il Pd e la Svp non piangano lacrime di coccodrillo: il voto alla Camera dei Deputati, ieri, è stato (anche se forse da molti cavalcato per motivi personali o estranei alla natura del problema) alla fine un voto di Giustizia contro un sopruso inaccettabile.
L’emendamento approvato ieri non faceva altro che applicare la legge elettorale nazionale anche in regione eliminando l’odiosa riserva di interesse garantita a Pd e Svp. Pd e Svp si erano accordati infatti perché i seggi fossero spartiti a tavolino fra queste due forze, lasciando al massimo uno o due seggi all’opposizione, ma in ogni caso a nessun italiano dell’Alto Adige.
Due, a dire il vero, avrebbero potuto essere eletti, con la legge scandalosa, ma sarebbero stati scelti dalla Svp che quindi si portava a casa tutti i collegi altoatesini, riservandosi anche la scelta del deputato e senatore italiani fra i più graditi. Una mortificazione a cui il Pd si era piegato. Ora salterà la legge elettorale? E’ lo stesso.
Quanto è accaduto si auspica possa fare riflettere su come il diritto alla rappresentanza dei gruppi linguistici e della democrazia non possano essere trattati come merce di scambio. Renzi si era comprato la fiducia futura in Parlamento regalando l’Alto Adige e i suoi eletti alla Svp, calpestando il diritto della minoranza italiana a mantenere una voce in Parlamento.
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Alessandro Urzì
L’Alto Adige nel cuore
Foto: tratta da profilo Facebook Alessandro Urzì