Interrogazione. “Il presunto business dell’accoglienza e il valore del no profit”.
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Premesso che:
durante le esternazioni della conferenza stampa di fine anno 2018, al Bicicgrill, il presidente del consiglio provinciale ha affermato, tra l’altro, a proposito del sistema di accoglienza e di integrazione dei richiedenti protezione internazionale, di aver scoperto con sua sorpresa che non si trattasse solo di volontariato, ma che ci fosse “un business non da poco”;
che tali affermazioni hanno avuto vasta eco sui media, ingenerando l’idea che qualcuno abbia “lucrato” sul sistema, mentre si tratta di realtà no profit;
che otto importanti organizzazioni, che si sono giustamente sentite colpite – e cioè Atas, Cnca, Arcobaleno, Centro Astalli, Forchetta e Rastrello, Kaleidoscopio, Samuele e Punto d’approdo – hanno scritto al presidente del consiglio provinciale, difendendo le “professionalità elevate” dei 150 giovani lavoratori coinvolti e affermando: “ingeneroso e offensivo svilire il nostro lavoro sostenendo che potrebbe essere eseguito da chiunque”;
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Si interroga il Pesidente del Consiglio Provinciale per sapere
1) se, come le ha chiesto il presidente del Centro Astalli Stefano Graiff sull’Adige del 4 gennaio 2019, possa indicare precisamente chi e come si sia arricchito con le attività di cui sopra;
2) se non ritiene di dover chiedere scusa, magari convocando un incontro ad hoc in presidenza, ai rappresentanti e ai lavoratori delle associazioni di volontariato sociale e delle cooperative, che si sono giustamente sentiti offesi dalle sue imprudenti e infondate affermazioni sul “business dell’accoglienza” durante l’incontro con la stampa del 28 dicembre 2018;
3) se non ritiene, in generale, che l’associazionismo e il volontariato, con null’altro fine che non sia la solidarietà umana e sociale, rimangano uno dei patrimoni più preziosi della gente trentina, e che vada difeso e tutelato in ogni modo, a livello sociale e mediatico, ma anche a livello legislativo.
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Paolo Ghezzi
gruppo consiliare Futura 2018