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GALLERIA ADIGE GARDA: CIVETTINI, QUALI I RILIEVI TECNICI E I RISULTATI PERVENUTI?

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18.59 - martedì 23 maggio 2017

(Fonte: Claudio Civettini) – Lago di Loppio e rinvaso, obsolescenza idraulica e dell’impermeabilizzazione della galleria? Si coinvolgano la regione Veneto e Lombarda, Stato compreso. Furono i beneficiari di allora dell’opera a spese dell’ambiente trentino.

Il collegamento storico tra galleria Adige-Garda e la scomparsa del Lago di Loppio, ha origine lontane e parte addirittura nel XIX secolo, dopo una serie di alluvioni di Verona ad opera delle esondazioni dell’Adige, ultima delle quali nel 1882.

Allora, il Magistrato delle acque di Venezia, riprendendo progetti del ‘700, propose di arginare le possibilità di esondazioni, alleggerendo nel caso di necessità la portata del fiume Adige, attraverso, appunto la galleria che da Ravazzone, in quel di Mori, si snoda sotterraneamente fino a Torbole.

I lavori di costruzione iniziarono nel marzo del 1939. Durante gli eventi bellici, a partire dal 1943, la galleria venne impiegata con scopi diversi, e in seguito, nel 1954, furono ripresi per essere poi ultimati nel maggio del 1959.

La realizzazione della galleria ha causato la scomparsa del Loppio, dovuta allo sprofondamento delle falde freatiche ma forse anche alla scarsa attenzione allora dedicata ai microclimi e all’ambiente e che oggi si rivendica, vista la situazione generata da tanto disinteresse.

Una galleria di quasi 10 chilometri con un dislivello di 106 metri e dall’anno 2000, passata in gestione alla Provincia Autonoma di Trento e il primo luglio 2002, è stato firmato una convenzione per l’utilizzo della galleria tra la Provincia di Trento, la Regione Veneto, la Regione Lombardia, l’Agenzia interregionale per il fiume Po’ e le varie Autorità cui compete la gestione.

Una convenzione, ma anche una storia, che non ha mai visto il coinvolgimento di percorsi risarcitori nei confronti del Trentino per il danno subito della scomparsa del Lago stesso, a fronte di interessi-seppur legittimi-più necessari alle regioni limitrofe che al Trentino stesso.

Nessuna conflittualità-ci mancherebbe!- ma sicuranente,visto lo stato attuale, non sarebbe male che, dopo gli ingenti investimenti della Provincia e dell’Amministrazione comunale, che hanno portato a molto poco, se non al nulla, non sarebbe disdicevole aprire un tavolo di confronto per verificare insieme a coloro che ne hanno tratto i benefici, per un recupero reale del lago di Loppio, facendo ben presente che, a dire di tecnici esperti che hanno anche recentemente lavorato, oltre allo sprofondamento delle falde freatiche, oggi ci sarebbe una obsolescenza strutturale del manufatto sotterraneo che lascerebbe colare le acque soprastanti.

Acque che sarebbero dovute essere captare a media roccia sopra la montagna a nord dell’invaso ma che, si sarebbero dimostrate insufficienti e che, oggi, il lago risorge in occasione di copiose precipitazioni che poi-a testimonianza verosimile dell’obsolescenza strutturale della galleria sottostante-sparisce in breve tempo senza che siano note le vie dove l’acqua scorre e se ne vada.

Ora vista la complessità del tema in questione e l’affievolirsi della presenza di Comitati spontanei per il rinvaso del lago di Loppio, prendendo atto che nulla si possa chiedere ad alcuno per scelte fatte nella storia-seppur recente-non sarebbe male, il coinvolgimento delle parti sopracitate ma anche dello Stato, per uno studio ,una verifica approfondita dello stato attuale della galleria stessa, ma soprattutto, per un piano strategico d’intervento che dia a Loppio quanto è stato sacrificato per il bene comune assolutamente condivisibile, ma che oggidì necessita di una contropartita che democraticamente potrebbe e dovrebbe essere comunemente riconosciuta..

Tutto ciò premesso

 

 

 

Il sottoscritto Consigliere interroga Il Presidente della Giunta provinciale e l’Assessore provinciale competente per sapere:

 

– Se si sia a conoscenza e nel caso si confermi o si smentisca, lo stato di obsolescenza sull’impermeabilità strutturale cui sarebbe oggetto il manufatto della galleria Adige-Garda costruita con 20 anni di lavori tra il ’39 e il ’59 e perciò verosimilmente priva di moderne tecnologie d’impermeabilizzazione;

– se si ritenga utile, visto lo scopo per cui si è sacrificati il Lago di Loppio e tutto il suo ambiente, un coinvolgimento in un tavolo di concertazione con l’obiettivo di un reale rinvaso del lago stesso, oltre alla nostra Provincia che ha contributo allora a sanare situazioni alluvionali, anche alla Regione Veneto, la Regione Lombardia, l’Agenzia interregionale per il fiume Po’ e le varie Autorità cui compete la gestione, che nei fatti hanno pur giustamente beneficiato di tale intervento di alleggerimento delle portate del fiume Adige;

– Se si ritenga di investire lo Stato centrale stesso sul tema, visto che le scelte di allora furono comunque statali e i danni locali;

– Se vi sia mai stato, dal 1959 (anno della chiusura del cantiere) ad oggi, approcci o contatti con le regioni beneficiarie, per quantificare e riparare con una collaborazione attiva, il danno prodotto per la scomparsa del lago di Loppio;

– Quali rilievi tecnici sono stati recentemente fatti sulla galleria e quali i risultati pervenuti;

 

 

A norma di Regolamento, si chiede risposta scritta.

 

 

 

 

In allegato l’interrogazione contenuta nel comunicato stampa:

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