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DIOCESI DI TRENTO * “ CATTEDRA DEL CONFRONTO “: « AL VIA LUNEDÌ 11 MARZO L’UNDICESIMA EDIZIONE CON LA TEOLOGA STELLA MORRA E LA PEDAGOGISTA LUIGINA MORTARI »

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12.32 - sabato 9 marzo 2019

Le sfide della convivenza alla Cattedra del Confronto. Undicesima edizione per la fortunata proposta culturale diocesana che affronta anche quest’anno tre parole chiave: Umiltà’ (lunedì 11 marzo con la teologa Stella Morra e la pedagogista Luigina Mortari), mitezza (18/3) e purezza (25/3). Appuntamento alla Sala della Cooperazione ad ore 20.45.

Umiltà, mitezza e purezza: tre parole chiave che rappresentano altrettante sfide per la convivenza. Le mette a fuoco l’edizione 2019 della Cattedra del Confronto, organizzata dall’Area Cultura della Diocesi di Trento, con la collaborazione di alcuni docenti dell’Università locale. L’11° edizione della Cattedra prenderà il via lunedì prossimo, 11 marzo, con due donne: la teologa Stella Morra e la pedagogista Luigina Mortari, chiamate a confrontarsi sull’”umiltà”.

Seguiranno gli altri due grandi temi: lunedì 18 marzo parleranno di “mitezza” il francescano trentino padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa e il teologo islamico Adnane Mokrani, mentre lunedì 25 marzo saranno a Trento, per dialogare sulla “purezza”, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e il teologo Marcello Neri.
Tutti gli incontri sono in programma alla Sala della Cooperazione con inizio alle ore 20.45.

“L’obiettivo della Cattedra – spiega don Andrea Decarli, delegato per l’Area Cultura della Diocesi di Trento – si conferma quello di aprire uno spazio qualificato di riflessione e di dibattito su questioni coinvolgenti dal punto di vista esistenziale e che interrogano le menti e le coscienze di credenti e non credenti. Uno spazio di confronto sereno e costruttivo tra persone pensose e competenti”.

“La questione della convivenza – aggiunge don Decarli motivando il tema di quest’anno – non è solo questione di regole, ma di atteggiamenti, stile e virtù. Ci sono atteggiamenti virtuosi, per certi versi inattuali o poco considerati, o addirittura malvisti, come umiltà, mitezza e purezza, sui quali, invece, si può, in questo tempo di pluralismo, tornare forse a costruire possibilità di relazioni che favoriscano e non ostacolino la vita sociale”.

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