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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * PRECEDENTE MANCATA ELEZIONE: ” VENT’ANNI FA IL PRESIDENTE PROVVISORIO, MARIO CRISTOFOLINI, DIVENTÒ DEFINITIVO “

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17.02 - martedì 20 novembre 2018

Vent’anni fa il presidente provvisorio, Mario Cristofolini, diventò definitivo. Ha un precedente nel 1998 la mancata elezione del presidente del Consiglio alla prima seduta.

C’è un solo precedente, nella storia del Consiglio provinciale, di Presidenza dell’aula non attribuita nella prima seduta dell’assemblea legislativa dopo le elezioni provinciali.

Risaliamo al 1998: i trentini votarono il 22 novembre e alla prima seduta d’aula, la vigilia di Natale, non fu raggiunto il “quorum strutturale” dei due terzi, necessario per votare il presidente (proprio come accaduto oggi).

Il nodo politico allora riguardava l’area di maggioranza, non sufficientemente compatta attorno al nome del proprio candidato, di area autonomista. La seduta fu rinviata dal presidente provvisorio – il consigliere anziano Mario Cristofolini, della Margherita dellaiana – e il Consiglio fu riconvocato il 4 gennaio 1999, quando però andò in scena la ripetizione dello stesso schema: quorum carente per ben due volte, assemblea riconvocata ulteriormente, per il 4 febbraio.

In quel frangente accadde che lo stesso presidente provvisorio – contrariamente alle iniziale attese – fu infine eletto presidente del Consiglio provinciale, grazie anche al supporto esplicito di settori della minoranza consiliare stessa. E così il provvisorio divenne definitivo e Cristofolini rimase alla guida di palazzo Trentini fino alla fine della XII legislatura, nel 2003.

Giova chiarire anche un altro aspetto tecnico legato alla seduta odierna. Ci si è chiesto se la presidente provvisoria – la consigliera anziana Lucia Coppola – stamane avrebbe potuto uscire dall’aula seguendo i colleghi del fronte di minoranza. Ebbene, si ritiene di no – pur in assenza di una esplicita norma regolamentare che lo escluda – in quanto il regolamento interno stesso del Consiglio non disciplina il caso in cui esca dall’aula il consigliere anziano.

Il rischio sarebbe dunque quello di lasciare l’assemblea legislativa senza guida, impedendone di fatto l’operatività. La consigliera anziana dunque rimane in aula e concorre alla conta dei presenti alla votazione del presidente del Consiglio provinciale (che devono appunto essere 24, pari ai due terzi del totale).

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