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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO – DDL CIA * SISTEMA SANITARIO « RIDURRE I TEMPI DI ATTESA DELLE PRESTAZIONI NELLE STRUTTURE DELL’APSS »

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16.41 - mercoledì 20 febbraio 2019

Il tema “bollente” dei tempi di attesa per ottenere dal sistema sanitario pubblico del Trentino una prestazione prescritta dal proprio medico, è oggetto di un disegno di legge appena assegnato all’esame della Quarta Commissione permanente del Consiglio provinciale. Il provvedimento è proposto dal consigliere Claudio Cia (Agire per il Trentino) per modificare la normativa provinciale sulla tutela della salute del 2010, in modo tale da ridurre le liste d’attesa per l’accesso dei pazienti alle prestazioni sanitarie. Il testo prevede anche il conferimento al Difensore civico delle funzioni di Garante per il diritto alla salute. Punto di partenza del ddl è che, come documenta una tabella allegata alla relazione illustrativa, l’Apss “non sempre riesce a dare risposte adeguate e tempestive, col rischio che l’eventuale errata o ritardata diagnosi della patologia o del suo aggravamento possano pregiudicare lo stato di salute del paziente”.

Il sempre più frequente ricorso alle prestazioni intramoenia.

Di fronte a una sanità pubblica in evidente difficoltà, il cittadino che non può attendere tempi lunghi per una prestazione è costretto, se il reddito glielo consente, a rivolgersi alla “sanità privata” a partire dall’attività libero-professionale intramuraria (Alpi). Di cosa si tratta? Per il Ministero della Salute la libera professione intramuraria, nota come intramoenia, “si riferisce alle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale stesso a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa. Il medico è tenuto al rilascio di regolare fattura e la spesa, come tutte le spese sanitarie, è detraibile dalle imposte”.

Il progressivo peggioramento dell’offerta sanitaria pubblica ha aumentato anche nella nostra provincia il ricorso all’attività libero professionale, la quale, agli occhi dei cittadini spesso è vista come una sorta di “concessione” fatta dallo Stato alle corporazioni mediche (del tipo “io Stato non posso pagarti di più ma ti consento di lavorare fuori”). Concessione spesso percepita come un’ingiusta gabella che il cittadino deve pagare per avere una prestazione sanitaria alla quale avrebbe comunque diritto. Cia sottolinea che anche in Trentino, a fronte di lunghi tempi di attesa nel pubblico, mentre per una visita con la ricetta della sanità pubblica si è costretti ad attendere mesi, chi accetta di pagare il medico in libera professione intramuraria aspetta pochi giorni

Secondo il consigliere questa situazione non è più tollerabile: per garantire a chi paga le tasse il diritto ad avere prestazioni adeguate e tempestive, occorre rimuovere la discriminazione tra chi può permettersi la prestazione del medico in libera professione e chi invece è costretto ad attendere i tempi biblici della sanità pubblica. In questa direzione il disegno di legge di Cia tocca vari aspetti del problema. Ecco i contenuti degli articoli più importanti.

Gli articoli principali del provvedimento.

Con l’articolo 1 si prevede l’apertura oltre il normale orario di almeno un presidio sanitario per almeno una sera la settimana e almeno due domeniche al mese, per di aumentare il tempo dedicato all’erogazione di prestazioni sanitarie in regime convenzionato (con la ricetta/impegnativa del medico).

L’articolo 2 istituisce un sistema di monitoraggio e di pubblicazione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie, distinti per ogni struttura, pubblica e privata convenzionata, ospedaliera e distrettuale.

L’articolo 3 crea la figura del Responsabile unico aziendale delle liste d’attesa (Rula), che risponde dell’attuazione raggiungimento degli obiettivi indicati dal Piano per il contenimento dei tempi di attesa e delle attività di monitoraggio e pubblicazione dei dati. I Rula formano un comitato cui partecipano l’assessore alla sanità e il direttore dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari.

Gli articoli 4 e 5 dispongono la sospensione dell’attività libero professionale intramuraria qualora i tempi di erogazione della prestazione sanitaria nei regimi istituzionale e di libera professione risultino non allineati, ed i tempi di attesa della prestazione in regime istituzionale siano superiori di più di 10 giorni rispetto a quella erogata attraverso l’attività libero professionale intramuraria. La sospensione viene revocata quando i tempi di attesa della prestazione in regime convenzionato tornano compatibili con quelli in regime libero-professionale.

L’articolo 6, per aumentare le tutele nei confronti dei cittadini trentini, attribuisce al difensore civico la funzione di “Garante per il diritto alla salute”. In sostanza ogni cittadino/destinatario di prestazioni sanitarie potrà rivolgersi gratuitamente al difensore civico per segnalare eventuali disfunzioni dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria. Il Garante per il diritto alla salute potrà intervenire a tutela della persona, sia invitando il rappresentante legale dell’amministrazione interessata ad ripristinare tempestivamente il rispetto delle normative vigenti, sia con i poteri e le modalità già proprie del difensore civico, sia, infine, compiendo visite ispettive presso le strutture sanitarie ed ospedaliere.

Da segnalare infine l’articolo 7, che introduce una clausola valutativa finalizzata al controllo dell’attuazione della leggi provinciale e alla valutazione degli effetti da essa prodotti.l tema

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