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CONSIGLIO PROVINCIALE: SI’ UNANIME A TASK FORCE ECONOMIA DEL TRENTINO

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14.26 - mercoledì 8 marzo 2017

(Fonte: Ufficio stampa Consiglio Pat) – La discussione sulla notizia arrivata oggi della chiusura del punto nascite di Cavalese, ha impegnato a lungo stamane il Consiglio. Sì alle mozioni di Bottamedi per una task force che studi soluzioni ai problemi dell’economia del Trentino, e di Tonina per rendere possibili le visite dermatologiche anche alle Terme di Comano attraverso una convenzione con l’Apss.

 

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La seduta del Consiglio, apertasi con un pensiero rivolto dal presidente Dorigatti alla “festa della donna” di oggi, è stata segnata dalla notizia dell’imminente chiusura, imposta ieri dal ministero, del punto nascite di Cavalese. Vari esponenti delle minoranze (Zanon, Cia, Civettini, Fugatti e Degasperi, Giovanazzi e Bezzi) hanno ottenuto dal presidente Dorigatti di convocare i capigruppo per poter discutere dell’argomento. Capigruppo che dopo una breve riunione hanno concordato di trattare la questione di Cavalese all’interno del già previsto esame della mozione proposta da Fugatti contro la chiusura del punto nascite di Arco, con tempi di intervento appositamente dilatati. Sempre stamane sono state approvate all’unanimità due mozioni: quella di Bottamedi, la cui discussione era iniziata ieri, il cui testo era stato revisionato d’intesa con l’assessore Olivi, per cercare soluzioni ai problemi dell’economia trentina anche attraverso la creazione di un gruppo di lavoro di esperti ed il confronto con la provincia di Bolzano; e di Tonina (UpT), che impegna la Giunta a consentire visite dermatologiche specialistiche anche alle Terme di Comano definendo un’apposita convenzione tra questa struttura e l’Azienda sanitaria provinciale.

 

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Sì unanime alla mozione Bottamedi: task force per rilanciare l’economia trentina.

Poco prima si è conclusa con gli ultimi interventi la discussione della mozione proposta da Manuela Bottamedi (Gruppo misto), poi approvata dal Consiglio all’unanimità (29 voti) e già lungamente discussa ieri prima della sospensione dei lavori, che impegna la Giunta a “valutare entro un anno” le migliori azioni per far ripartire l’economia trentina, “eventualmente attraverso un gruppo di lavoro composto da esperti”, avviando “una comparazione benchmarking” con il sudtirolo per acquisire strategie da applicare al nostro sistema. Zanon (PT) ha apprezzato che l’assessore Olivi si sia dichiarato a favore della mozione di Bottamedi, con alcune modifiche che però non riguardano la sostanza delle ionteresssanti proposte contenute nel testo. Kaswalder (Misto) ha sottolineato che una delle criticità più rilevanti dell’economia trentina è il credito, compreso quello cooperativo, al quale oggi occorre ridare vigore. Fasanelli (Misto) ha sottolineato l’importanza della condivisione, non scontata, espressa dall’assessore Olivi nei confronti di una mozione proposta dalle minoranze. Bottamedi (Misto) ha concluso suggerendo che alla task force da lei proposta, “che non dovrà essere il solito tavolo di lavoro”, partecipino 4-5 esperti che vivono dall’interno il sistema economico e non siano condizionati dalla politica. E ha ringraziato l’assessore per aver accolto la mozione.

 

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Via libera alla mozione proposta da Tonina per permettere le visite dermatologiche alle Terme di Comano, in convenzione con l’Apss.

Dopo il rinvio chiesto da Borga dell’esame della sua mozione per attuare l’odg 215, approvato in aula nel giugno scorso, che prevede il coinvolgimento delle famiglie nelle iniziative delle scuole sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, ha ottenuto l’unanimità dell’aula la mozione presentata da Mario Tonina (UpT), che impegna la Giunta ad impartire indirizzi all’Apss affinché sottoscriva una convenzione con l’Azienda consorziale Terme di Comano per l’erogazione di visite specialistiche dermatologiche in regime compartecipativo. Il testo prevede di garantire a tutti gli utenti che ne facciano richiesta l’accesso a queste prestazioni, previa presentazione di impegnativa da parte dei medici del servizio sanitario nazionale, riferendo entro 3 mesi alla commissione consiliare sull’attuazione del dispositivo. L’assessore Zeni ha espresso il parere favorevole della Giunta, “dal momento che è già stato mandato all’Apss di muoversi in questa direzione”. “Il tema – ha osservato – si collega a quello delle liste d’attesa, molto delicato per la richiesta dei cittadini di avere risposte celeri per le visite specialistiche. Zeni ha ricordato che la rapidità delle risposte dipende dal tipo di Rao (che può essere A, B o C) certificato dal proprio medico. Rao oggi rispettati nel 95% dei casi. Non a caso – ha aggiunto – stiamo collaborando con Agenas a Roma per esportare il modello trentino a livello nazionale”. Nel caso di dermatologia, ha ricordato l’assessore, oggi vi sono delle difficoltà dovute al pensionamenti degli specialisti, “per cui la Giunta ha dato mandato all’Apss di procedere a nuove assunzioni”. Nella replica Tonina ha ringraziato l’assessore perché l’apertura della Giunta alla sottoscrizione della convenzione tra Terme di Comano e Apss è nell’interesse della Provincia, “anche per gli investimenti importanti previsti per valorizzare questa struttura, che costituisce un polo di eccellenza del Trentino, primo in Europa nel trattamento delle malattie della pelle”. Giovanazzi (AT) ha plaudito alla proposta di Tonina, che promuove una ricchezza del territorio creando sinergie per valorizzare le opportunità di cui già il Trentino dispone. D’accordo con la mozione anche Cia (Misto) perché con la convenzione si evita il ricorso dei cittadini al privato per le visite dermatologiche, dovendo altrimenti attendere tempi troppo lunghi. Degasperi (M5s) ha osservato che, stando alle dichiarazioni dell’assessore, l’Apss ha delle carenze nel campo dermatologico, per ovviare alle quali si rivolge oggi alle Terme di Comano.

 

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Mozione Fugatti, Bezzi, Bottamedi, Cia: la Pat chieda la deroga per i punti nascita di Arco e di Cavalese.

La mozione dei quattro esponenti dell’opposizione, che in base all’accordo raggiunto stamane dai capigruppo permette ai consiglieri di avere più tempo a disposizione per i loro interventi rispetto alle altre, impegnerebbe la Giunta a richiedere la deroga per i Punti nascita degli ospedali di Arco e di Cavalese, ricalcando quanto proposto dalla Giunta della Regione Veneto per i propri punti nascita.

Fugatti ha sottolineato che i pediatri di cui vi era bisogno per tenere aperto il punto nascita di Cavalese, in realtà “non sono stati neanche contattati”. E ha poi richiamato le affermazioni di De Godenz, consigliere della maggioranza, che aveva lamentato la concentrazione dei punti nascita a Trento e Rovereto a scapito delle strutture delle valli. A De Godenz dovrebbe ora rispondere, secondo Fugatti, l’assessore Zeni. “Io – ha confessato l’esponente leghista – non credo che la commissione ministeriali per i punti nascita accolga la richiesta di deroga presentata per i punti nascita dalla regione Veneto”. Di certo, per il consigliere, “l’assessore non si è impegnato a sufficienza per provare a fare squadra con le altre regioni allo scopo di convincere la commissione ministeriale”. Fugatti ha quindi sollecitato Zeni a muoversi proprio in questa direzione, non considerando chiusa la partita dei punti nascita di Arco e Cavalese.

L’assessore Zeni ha risposto ricapitolando l’intera vicenda delle richieste di deroga per il punto nascita di Cavalese e ha poi sottolineato i due versanti di impegno portati avanti con determinazione dalla Giunta provinciale: la ricerca di alleanze e sinergie con le regioni vicine, da cui finora sono arrivati però riscontri insufficienti, allo scopo di fare squadra nel chiedere a Roma di modificare i criteri ministeriali fissati ai fini della concessione di possibili deroghe alla chiusura dei punti nascita anche con meno di 500 parti all’anno; e l’impegno profuso con tutti i mezzi dalla Provincia e dall’Apss per reperire i pediatri necessari per poter tenere aperto il punto nascite di Cavalese. Sforzo che non ha ottenuto il risultato sperato, non perché non sia stato fatto tutto il possibile per incentivare la scelta di questa sede da parte dei pediatri, ma per la loro mancanza di disponibilità. L’assessore ha infine ricordato la lettera ricevuta dal ministero il 7 febbraio scorso, che avvertiva come la deroga per il punto nascite di Cavalese prevedesse l’adeguamento agli standard entro 6 mesi. Scadenza largamente superata.

Bottamedi (Misto) ha criticato il disegno politico di centralizzazione dei servizi sanitari principali lungo l’asta dell’Adige che era stato già avviato dall’assessora Borgonovo Re. Quello che è mancato, a suo avviso, è un progetto di riorganizzazione complessivo. Il problema è che ai tagli di questi servizi dovevano corrispondere delle misure compensative di potenziamento per bilanciare la situazione. “Invece – ha osservato – non abbiamo visto alcun controbilanciamento e potenziamento di punti nascita nei servizi maternità a Trento e a Rovereto, che infatti oggi soffrono un sovraccarico di lavoro dovuto alla chiusura delle strutture periferiche. “La sinistra – ha aggiunto Bottamedi – dovrebbe difendere il welfare e i servizi pubblici rivolti ai cittadini, mentre in questi anni abbiamo assistito al processo contrario: vediamo tagli e basta, senza alcun disegno di riorganizzazione complessivo, e si giustificano queste operazioni con la contrazione del bilancio provinciale”. La consigliera ha contestato l’impiego delle risorse per sostenere l’economia a scapito dei servizi primari: sanità, scuola, sicurezza, che invece dovrebbero avere la priorità. Bottamedi ha infine evidenziato che per stringere alleanze con le regioni vicine non basta limitarsi ad inviare lettere.

Civettini (CT) ha stigmatizzato l’incapacità della Giunta di difendere realmente l’autonomia su questo punto, e ha sollecitato i colleghi della maggioranza contrari alla chiusura del servizio di Cavalese a dimostrare anche con il voto in aula la loro coerenza con questa posizione. La verità per Civettini è che non si è lavorato per rendere attrattivi i punti nascita di Arco e Cavalese. A suo avviso per la ministra Lorenzin l’unico obiettivo è il taglio nei costi, non la sicurezza dei parti. “Evidentemente per lei – ha concluso – è più sicuro nascere in macchina”.

Degasperi (M5s) ha osservato che se non vi sono pediatri disponibili è perché il sistema universitario sforna troppo pochi medici rispetto ai bisogni del sistema sanitario nazionale. Di questo passo, a suo avviso, tra non molto dovremo pagare a peso d’oro i medici, e non solo per i punti nascita. Occorre allora chiedere, insieme alle altre regioni, la revisione del numero programmato dei medici nelle università. Sollecitando la delegazione parlamentare perché si renda portavoce di questa necessità. “Altrimenti – ha avvertito – dovremo importare medici da altre nazioni dove non esiste il numero chiuso”. Degasperi ha poi ricordato l’accordo Stato-Regioni sottoscritto anche dalla Provincia di Trento nel 2010, che fissava l’obiettivo della chiusura dei punti nascita sotto i 1000 parti. “Allora – ha commentato – o nel 2010 il Trentino non aveva punti nascita con meno di 1000 parti, oppure qualcuno per la Provincia aveva firmato quell’intesa con il governo senza preoccuparsi delle conseguenze”. Infine per il consigliere la difesa dei punti nascita è stata portata avanti dalla Provincia in modo “formale”, e non perché ci si credeva realmente.

Secondo Borgonovo Re (Pd) “noi avremmo bisogno di discutere del disegno complessivo per la sanità in Trentino – e questo – ha ricordato – avverrà grazie alla richiesta di una conferenza di informazione. Questo ci permetterebbe anche di riflettere sulla necessaria distinzione tra servizi di prossimità che devono essere necessariamente vicini ai cittadini, e altri servizi come quelli degli ospedali territoriali, secondo una logica non di centralizzazioni ma di specializzazioni delle strutture di minori dimensioni. Non si tratta di far fuggire le persone dalle valli ma di offrire da un lato ospedali dotati di una pluralità di servizi da quelli dove vi sono servizi di prossimità garantiti all’interno dei nosocomi territoriali (ad esempio a Cavalese per la dialisi). Avremmo potuto dimostrare già anni fa che le nostre scelte dei servizi di prossimità erano finalizzate ad offrire a tutte le donne percorsi nascita per accompagnare le donne lungo tutta la gravidanza fino al momento del parto.

Viola (PT) ha osservato che su questo argomento le questioni in ballo vanno ben al di là del problema dei punti nascita. In ballo a suo avviso vi sono l’autonomia della Provincia, i costi e la qualità del servizio sanitario. Fu Amato nel 1995 a parlare per primo di costi standard, ma a 17 anni di distanza vediamo che al riguardo non è stato fatto nulla. Così oggi invece di guardare se si possono garantire i servizi riducendo i costi, si tagliano direttamente i servizi. Il problema per Viola non è tagliare i servizi, ma che le risorse per i servizi vengano utilizzate bene. Ultimo rilievo di Viola: la grave denatalità che si registra nel Trentino. Se i dati sulle nascite sono quelli che abbiamo, oggettivamente le strutture dedicate sono difficilmente giustificabili.

Giovanazzi (AT) ha ricordato di aver sempre chiesto in passato, quando in aula si è discusso di tagli al sistema sanitario, la presentazione di un disegno complessivo in questo settore. Questo non è mai avvenuto, per cui oggi assistiamo al taglio dei servizi anziché dei costi. Giovanazzi ha infine citato le dichiarazioni a suo tempo rilasciate alla stampa dal collega De Godenz che si era impegnato con i cittadini a difendere il punto nascita di Cavalese, e che oggi sarebbe interessante ascoltare in aula sull’argomento. A Zeni il consigliere si è rivolto per invitarlo a dare una risposta complessiva ai problemi della sanità. E ha lamentato di non aver ancora ottenuto una risposta ad una sua interrogazione dell’agosto del 2016 su un possibile risparmio in campo sanitario. Giovanazzi ha concluso sottolineando che davanti a tutto va posta la sicurezza.

 

 

 

In allegato il documento contenuto nel comunicato stampa:

[pdf-embedder url=”https://www.agenziagiornalisticaopinione.it/wp-content/uploads/2017/03/mattina-8-marzo.pdf” title=”mattina 8 marzo”]

 

 

 

Foto: archivio Consiglio provinciale Pat

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