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COMMERCIO EQUO SOLIDALE: ACLI, IN KENYA ALLA MERU HERBS OPERANO 40 ADDETTE

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17.53 - mercoledì 5 aprile 2017

(Fonte: Ufficio stampa Acli del Trentino) – La Meru Herbs fu fondata da Andrea Botta, un ex missionario de la Consolata e dalle Acli ed ora è diventata una delle realtà più interessanti del commercio equo e solidale del Kenya. E’ supportata da Ipsia del Trentino e dalla Provincia Autonoma di Trento. In provincia i prodotti sono presenti non solo in tutte le botteghe del commercio equo di Mandacarù Altromercato ma anche nei supermercati convenzionati.

A Meru operano più di 40 donne full-time e altrettanti stagionali raccogliendo fiori da 235 microproduttori. Questi produttori hanno la fortuna di avere acqua potabile in abbondanza grazie ad un acquedotto costruito ad hoc dalla cooperazione internazionale che raggiunge più di 500 famiglie.  L’acquedotto prende acqua da un fiume che scende dal Monte Kenya che ricordiamo essere uno dei due over 5000 mt. sito all’equatore.  Il sogno di Andrea Botta è raddoppiare l’acquedotto portando acqua potabile a nuovi villaggi.

Attorno alla fabbrica di trasformazione di Meru Herbs è sorto un vero e proprio villaggio con tanto di negozi, ristoranti, scuole e fermate del bus. All’interno v’è anche una piccola banca. E’ incredibile come un progetto riuscito possa creare sviluppo in un’area un tempo arida e priva di opportunità.

I prodotti della Meru Herbs vengono ora esportati in tutto il mondo grazie ai circuiti del commercio equo e solidale ed un buon ufficio marketing sito a Nairobi. Alla conferenza stampa promossa da Ipsia del Trentino e Mandacarù è intervenuta anche Roberta Marchi de la Provincia Autonoma di Trento la cui Istituzione sta cofinanziando un progetto di sviluppo proprio a Meru dal titolo “Valorizzazione delle Filiere Agro-alimentari con Meru Herbs”

Meru Herbs ha recentemente vinto un premio Fao (Food Agriculture Organisation) per la miglior trasformazione di prodotti agroalimentari in terra (un tempo) semiarida. Gli utili dell’azienda vengono redistribuiti non solo tra i lavoratori ma a beneficio delle comunità vicine con la ricostruzione di ponti, scuole e acquedotti.

Fabio Pipinato, presidente di Ipsia ha reso noto che lo sviluppo creatosi attorno al Monte Kenya e nelle principali città come Nairobi e Nakuru ha rallentato molto i flussi migratori tanto da escludere il Kenya tra i paesi d’origine dei più importanti flussi migratori.
Secondo l’Ispi il Kenya è uno dei pochi paesi ove c’è una “pace relativa” e, quindi, possibilità di sviluppo umano. La situazione è ben più complicata nei paesi vicini. Dal Corno d’Africa fuggono eritrei, etiopi, somali e sudanesi.

In Kenya si verificano forti migrazioni interne soprattutto in occasione di scontri tribali che, guarda caso, coincidono quasi sempre con le elezioni. Nel prossimo agosto (II^ settimana) vi sarà l’appuntamento elettorale. Si temono le violenze del 2007 che avevano lasciato sul campo più di mille morti.

I progetti di sviluppo umano come la costruzione di acquedotti o la modernizzazione di filiere di trasformazione agroalimentare consentono ai contadini di rimanere legati alla propria terra e di dare risorse sufficienti al welfare.

Sono progetti importanti, anche se non sufficienti a coprire i fabbisogno di un paese. Garantire la pace politica può solo che favorire il buon esito di progetti di cooperazione internazionale e, conseguentemente, diminuire i flussi migratori verso le baraccopoli della capitale.

 

 

 

 

 

 

Foto tratta da sito www.ipsia-acli.it

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