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CLAUDIO CIA: ARCHIVIATO IL PROCEDIMENTO PER AVERE RESO PUBBLICA REGISTRAZIONE 118

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14.59 - giovedì 13 luglio 2017

(Fonte: Claudio Cia) – E’ stato archiviato il procedimento che vedeva interessato il consigliere Provinciale Claudio Cia per aver reso pubblico un video riportante una registrazione intercorsa tra gli operatori dell’elisoccorso e la centrale operativa del 118. Nessun illecito, anzi, adempimento di un diritto/dovere.

Il tutto era legato ad un’interrogazione provinciale presentata dal consigliere in merito a un’emergenza verificatasi nel dicembre 2015, quando un neonato è stato trasportato con l’elisoccorso dall’ospedale di Cles al Santa Chiara di Trento.

Cia aveva riportato nell’interrogazione e diffuso tramite video sul suo sito internet la conversazione tra gli elisoccorritori e l’operatrice del 118, dalla quale emergeva la mancanza di un protocollo per scaricare quel tipo di termoculla, situazione che ha generato incertezza e preoccupazione nel momento dell’emergenza, con il personale che si è ritrovato a tamponare la mancanza di organizzazione.

Sulla questione l’Azienda sanitaria aveva però presentato un esposto legato ad una presunta fuga di notizie e informazioni sensibili e avviato anche un’indagine interna.

Anche sulla scorta della corposa memoria difensiva presentata dall’avvocato Remo Libardi in sostegno dell’operato del consigliere, il Pm ha chiarito che “Cia Claudio – consigliere provinciale Pat -, in qualunque modo sia venuto a conoscenza del video, per ragioni professionali, ha ritenuto di farne oggetto di apposita interrogazione ma solo allo scopo di prevenire eventuali disfunzioni/criticità del sistema sanitario provinciale.

Soltanto in tempi successivi alla detta interrogazione, Cia Claudio ha presentato la problematica in sede di conferenza stampa e, poi, ha postato il video: nell’espletamento delle funzioni conferitegli, l’operato di Cia Claudio è insindacabile e, comunque, è connesso all’esercizio di un diritto/adempimento di un dovere”.

Pertanto, vista l’insostenibilità di qualunque accusa il PM Antonella Nazzaro ha richiesto l’archiviazione del procedimento, poi accolta dal Gip Claudia Miori.

Soddisfazione da parte di Claudio Cia, che non solo ha dimostrato di non aver compiuto alcun illecito, ma anzi, vede il riconoscimento della sua azione nell’interesse della collettività trentina, avendo messo in risalto un problema in un ente funzionale della Pat nel legittimo esercizio delle sue funzioni politiche e con l’utilizzo dei mezzi istituzionali a ciò deputati.

Ora emerge un’altra questione: chi paga​ ​le spese legali di questo procedimento​? Da una parte vi sono infatti i costi generati dall’Azienda Sanitaria per rincorrere la presunta “fuga di notizie sensibili”, dall’altra i costi delle spese legali sostenute dal consigliere Cia, che potrebbe farsi rimborsare a pieno titolo dal Consiglio provinciale, essendo queste legate alla difesa per il coinvolgimento in fatti connessi all’adempimento del mandato o all’esercizio delle funzioni consiliari.

Il consigliere Cia ha già fatto sapere che per quanto riguarda i costi sostenuti da parte sua, oltre 4300 euro, non intende richiedere il rimborso al Consiglio Provinciale: «Lo avevo già fatto in passato con cifre ben più alte e intendo continuare a non usufruire di alcun tipo di rimborso o agevolazioni derivanti dalla mia carica politica.

Per me sarebbe come essere complice di un danno erariale, con un ente pubblico (l’Azienda Sanitaria) che invece di risolvere i propri problemi organizzativi tira in ballo un rappresentante pubblico per aver fatto il suo lavoro… assurdo!».

Con questo procedimento Cia comunica di aver superato i 41.000 euro in spese legali legate alla sua funzione di consigliere provinciale: «l’impressione è che per fare il consigliere in maniera libera e incondizionata si debba passare più tempo a difendersi, contornandosi di avvocati, che ad occuparsi dei tanti problemi quotidiani da risolvere».

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