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AVV SCHUSTER * DIRITTI CIVILI: ” BLOCCATO L’ACCESSO AL SEN PILLON E ALLE ASSOCIAZIONI ANTIGENDER SVOLTA ALLA CONSULTA, TUTELATA LA RISERVATEZZA DI DUE CO-MAMME PISANE “

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15.18 - giovedì 6 dicembre 2018

Bloccato l’accesso al sen. Pillon e alle associazioni antigender Svolta alla Consulta: tutelata la riservatezza di due co-mamme pisane.

Con provvedimento reso pubblico in queste ore sulla homepage della Corte costituzionale, il Presidente della Corte Lattanzi ha innovato una prassi risalente nel tempo, che consentiva a chiunque – bastavano poche righe d’intervento – di accedere a tutti gli atti di causa in giudizi pendenti. Si tratta di una importante tutela per la riservatezza delle due madri pisane e il loro figlio, ai cui atti, contenenti dati personalissimi, potevano accedere l’associazione l’ass. “Vita è”, rappresentata dall’avv. sen. Pillon, e il “Centro studi Livatino”, in quanto intervenuti nel giudizio. L’istanza delle madri rivolta al Presidente il 6 settembre scorso trova così una giusta risposta e pone fine ad una prassi che si prestava all’abuso.

Da molti anni bastava intervenire con un atto anche succinto e per ciò stesso era dato accesso agli atti di causa. Le questioni che giungono in Corte coinvolgono spesso questioni rilevanti per la sicurezza dello Stato, ma anche vicende intime, come la fecondazione assistita, la storia adottiva di un minore, divorzi, i percorsi di vita delle persone transessuali.

Le due donne di Pisa (vedi comunicato studio Schuster del 16 marzo) attendono il giudizio sul diritto del loro figlio, nato in Italia tre anni fa, ad avere un atto di nascita che le riconosca entrambe madri. Preso atto che tre associazioni era intervenute, di cui due manifestamente contrarie alle loro richieste, hanno chiesto al Presidente che a questa prassi fosse posto termine, perché contraria alle regole processuali comuni e perché incompatibile con la tutela della riservatezza dei dati personali contenuti negli atti di causa. Con provvedimento del 21 novembre 2018 il Presidente, dott. Lattanzi, con ampia ricostruzione delle norme processuali italiane e il richiamo proprio alla tutela alla riservatezza delle persone coinvolte, ha adesso determinato la fine di tale prassi.

Le madri esprimono soddisfazione per un processo che rientra nei confini naturali delle sole parti coinvolte. Per l’avv. Schuster, che la preziosa competenza dell’avv. prof. Zeno-Zencovich assiste le due madri, «questa prassi aveva sollevato dubbi in me sin dalla mia prima esperienza in Corte costituzionale nel 2010 con la sentenza sul matrimonio gay. Essa consentiva fino a ieri ad associazioni contrarie ai diritti delle donne e delle minoranze l’accesso senza filtro a informazioni assolutamente personali.

Spero anche che ora associazioni che intervengono a supporto siano indotte più di prima a coordinarsi con chi cura la difesa dei diretti interessati. Nel caso di specie, si è appreso dell’intervento di tutte le associazioni, inclusa Rete Lenford, in cancelleria. Appare difficile fare un fronte comune senza un minimo di dialogo fra colleghi». Egli aggiunge poi che «rimane ancora aperta la questione che abbiamo posto quanto all’opportunità che chiunque intervenga abbia diritto di prendere la parola in udienza, sottraendo di fatto tempo e spazio a chi deve difendere le libertà costituzionali di persone concrete: le vere parti del processo».

Il provvedimento del Presidente della Corte Lattanzi è disponibile al seguente link.

Si allega immagine della copertina dell’istanza depositata il 6 settembre.

 

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