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LETTERE AL DIRETTORE

PIERGIORGIO BORTOLOTTI * SUSSIDIARIETÀ SOCIALE: « ESSERE VOLONTARI NON SIGNIFICA TOTALE GRATUITÀ, SE COSÌ FOSSE POTREBBERO OCCUPARSENE SOLTANTO I RICCHI ED I BENESTANTI »

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00.03 - martedì 1 gennaio 2019

C’è una massima, di autore ignoto, che recita: non puoi scoprire nuovi oceani fino a quando non hai il coraggio di perdere di vista la spiaggia.

Mi piace molto ed è quanto nel mio piccolo ho cercato e cerco ancora di fare, liberarmi da uno sguardo autocentrato per tentare di capire il mondo che mi attornia e i cambiamenti che la realtà propone.

Penso che solo in questa maniera sia possibile sintonizzarsi con le domande che il presente pone a tutti quanti. Purtroppo per molte persone non è così.

Prevalgono paure, arroccamenti, chiusure e, come attesta il Censis, siamo diventati un paese vecchio e incattivito.

Non c’è da meravigliarsi, stando così le cose, che esponenti politici, anche con incarichi di rilievo pontifichino accusando genericamente il mondo del volontariato e del sociale di essere una combriccola interessata a fare business.

In ogni campo d’azione possono esistere situazioni condannabili, indegne e vergognose, ma sparare alzo zero verso un’intera categoria non è accettabile ed è vergognoso in bocca a figure istituzionali.

Ma chiariamo anche un altro aspetto: essere volontari non significa e non ha mai significato sic et simpliciter totale gratuità. Se così fosse di volontariato potrebbero occuparsi soltanto i ricchi e i benestanti, generalmente in tutt’altre faccende affaccendati.

No, essere volontari è innanzitutto questione di spirito, di valori e di modalità di essere e relazionarsi, tant’è che tutti possiamo essere volontari, anche chi svolge una qualsiasi attività lavorativa e se lo fossimo in tanti di più, molte cose funzionerebbero assai meglio.

Inoltre l’attività di volontariato o il lavoro sociale così compreso, si inscrive dentro quella funzione altamente significativa che va sotto il nome di sussidiarietà.

Cosa che un politico dovrebbe ben conoscere e pure apprezzare e difendere perché non è che l’esplicitazione degli articoli 4 e 118 della nostra Costituzione.

Detto questo va pure sottolineato con forza e determinazione che la contrapposizione tra ultimi e penultimi giova solamente a quanti hanno interesse a mantenere lo status quo, una società che si regge sul predominio di una minoranza sempre più ricca e una maggioranza che si impoverisce sempre più.

Il volontario non è soltanto uno che cura le ferite, senza badare a chi è il malcapitato che soccorre, ma uno che al contempo denuncia chi le inferisce, diversamente diventa la classica foglia di fico che avvantaggia l’ingiustizia sociale.

 

 

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Piergiorgio Bortolotti

(note biografiche al link)

 

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