Preso atto della polemica sollevatasi in seguito alla nomina del nuovo Consiglio direttivo, avvenuta lunedì 4 dicembre, e dopo essermi confrontata internamente con gli iscritti, nonostante mi venga da più parti chiesto di proseguire, credo sia opportuno fare chiarezza e verificare come procedere anche nel caso di eventuali nuove elezioni.
Domattina, lunedì 11 dicembre, contatteremo gli uffici della Federazione nazionale a Roma per capire quale è la procedura corretta da adottare.
Va ricordato come la legge, risalente a quasi 70 anni fa, riporti il quorum del 10% degli iscritti e, comunque, un numero di votanti non inferiore al doppio dei componenti il consiglio direttivo.
In ogni caso, sempre a norma di legge, in caso di annullamento della votazione per mancato quorum, io manterrei il mio ruolo di presidente.
In tutta questa storia il mio errore è stato di farmi convincere dai candidati dell’altra lista a proseguire quando evidentemente il clima non era trasparente e positivo. Lunedì 27 novembre, infatti, ero presente – come prevede il regolamento – in sede di spoglio assieme agli altri membri della Commissione.
In quell’occasione mi sono espressa a favore dell’annullamento, ma gli altri presenti mi hanno chiesto di considerare valido il voto nonostante avessimo mancato il quorum dello 0,2% pari a 7 votanti.
Un divario che comunque non avrebbe inciso sul risultato delle elezioni. Abbiamo deciso di convalidare l’esito delle urne per senso di responsabilità sianei confronti di chi ha votato (quorum del 9.8%) sia per evitare un ulteriore esborso economico legato a una nuova votazione.
Immediatamente ho comunicato l’esito ed ho avuto conferma dalla Federazione nazionale che comunque esiste sempre la possibilità per gli iscritti di procedere con eventuale ricorso e che spetta alla Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie (Ccepf) valutare anche basandosi sulla giurisprudenza.
Abbiamo proceduto così a convocare il primo Consiglio direttivo, fissato per il 4 dicembre, con l’obiettivo di mantenere l’operatività del Collegio a favore dei nostri iscritti.
Alla luce delle polemiche sollevate dai consiglieri eletti nell’altra lista – che ora si ritrovano in minoranza – e di alcuni iscritti, nel mio ruolo di presidente del Consiglio direttivo, procederò con le strutture competenti per garantire la tutela della professione.
A chi ha sollevato la questione di legittimità delle elezioni pongo comunque una domanda: dopo questa vicenda, se sarà raggiunto il quorum nella prossima tornata, il Collegio sarà veramente più forte?
E se invece voteranno ancora meno iscritti, come potremo giustificare l’assenza di un organo direttivo?
La scarsa partecipazione alle elezioni è un trend nazionale, che riguarda le votazioni politiche e tante altre istituzioni, ma non per questo queste sono state sono invalidate. Pretendere un’osservanza acritica a regolamenti obsoleti e irrealistici, nel mutato quadro sociale, significa condannarsi all’impotenza.