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VERDI DEL TRENTINO * LE MORTI DI ANTONIO MEGALIZZI E VITALI MARDARI: ” TESTIMONI DI AMORE E DOLORE, MEMORIE DOVRANNO ESSERE ONORATE “

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17.57 - domenica 16 dicembre 2018

Un tragico destino collega la scomparsa di questi due giovani, neppure trentenni, che hanno perso la vita in modo tanto terribile e ingiusto, seppure in circostanze molto differenti.

Antonio Megalizzi, ragazzo dell’Europa, viaggiatore dell’anima, col suo sorriso generoso, gli occhi brillanti, lo sguardo intelligente e aperto sulla vita e sul mondo che amava, colpito a morte dalla furia senza sguardo, dal vuoto esistenziale di un altro giovane come lui che della vita non era innamorato. Che anzi la disprezzava: la sua e quella di chi lo ha guardato dritto negli occhi sulle strade del Natale di Strasburgo.

Con un’unica domanda senza risposta: perché? Violento e disperato, pieno di odio e rancore, di falsi miti, di paradisi promessi a quelli che, come lui, scelgono la morte e la fanno diventare paradigma di esistenze senza futuro. Quelle di tanti ragazzi carnefici di innocenti come Antonio ma vittime a loro volta della barbarie del terrorismo.

E poi Vitali, il boscaiolo moldavo, migrante sulle montagne del trentino. Occhi dolci e sorriso ardito, fiero e sorridente nelle foto tra i boschi che aveva imparato ad amare e a conoscere. Nonostante lavorasse in nero. Muore colpito da un cavo di acciaio. Per lui non arrivano ambulanze, non ci sono presidi medici, conforti religiosi, lacrime, né le carezze amorevoli di familiari e amici.

Muore abbandonato e nascosto nei boschi di Sagron Mis, privo dei diritti civili, sindacali e umani che dovrebbero essere parte fondante della storia di un paese civile. Buttato via come uno straccio senza più valore, senza dignità, dal suo datore di lavoro che nel suo orribile cinismo non lo ha rispettato in vita e neppure in morte.

Antonio è il figlio che ognuno di noi vorrebbe avere, il nipote, l’amico fraterno di cui andare fieri. Il giovane reporter entusiasta di Rai Radio , lo studente curioso, il motivatore di altri giovani, il giornalista attivo nella web radio Europhonica insieme a ragazzi e ragazze coraggiosi che come lui dialogano con la vita, cercano risposte, si impegnano in prima persona. Ci mettono la voce, l’entusiasmo, la preparazione, gli studi, la fatica quotidiana.  Che fanno dei loro valori una testimonianza quotidiana.

Che immaginano un’ Europa, e un mondo, in pace e prosperità. Dove siano debellate la fame, la povertà, il razzismo. Ecco perché queste due morti, così ingiuste e cosi emblematiche di un mondo non più in equilibrio e dove le disuguaglianze la fanno da padrone, rivestono un significato civile così simile.

In questo mondo dove si muore,  bambini disidradati, alle frontiere dopo aver affrontato centinaia di chilometri, dove i muri si sono sostituiti ai ponti e il mare è una grande fossa comune di disperati senza diritti, Antonio e Vitali ci richiamano alla nostra comune umanità.

Per un mondo diverso combatteva la sua battaglia delle idee e delle parole il nostro Antonio, con passione, determinazione, con il sorriso. Per il suo lavoro, ancora senza diritti e rispetto, è morto Vitali. Lontano dal cielo del suo paese. Ragazzo migrante che voleva cambiare in meglio la sua vita, dare dignità alla sua esistenza e ai suoi sogni.

Il nostro cuore, i nostri pensieri, la nostra commozione, la vicinanza ai familiari e agli amici di Antonio e Vitalia, in questi giorni cupi, nel dolore per queste vite spezzate, quando il freddo dell’anima è più intenso di quello dell’inverno incombente.

Certi che questi testimoni di amore e dolore vanno raccolti e che la memoria di Antonio e Vitali dovrà essere onorata.

 

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Lucia Coppola

Portavoce dei Verdi del Trentino

 

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