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UIL TRENTINO – PIETRO DI FIORE * SCUOLA: LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE BISESTI, « A DUE MESI DALLE ELEZIONI TANTI I NODI RIMASTI IRRISOLTI DALLA PRECEDENTE LEGISLATURA »

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15.06 - venerdì 4 gennaio 2019

Nulla è più importante del tempo. La Scuola attende riscontri. Lettera aperta all’Assessore all’Istruzione, Università e Cultura.

A due mesi dalle elezioni provinciali e, comunque, più di uno dalla costituzione della nuova Giunta Provinciale, dopo aver atteso impazienza che si comincino ad affrontare e dipanare i tanti nodi rimasti irrisolti nel corso della precedente legislatura, anche perché troppo spesso, a proclami altisonanti non si è corrisposto con coerenti e concreti atti, legislativi o negoziali, la Uil Scuola ha scritto all’Assessore provinciale il 20 dicembre u.s..

Nella Nota, della quale pubblichiamo amplissimo stralcio, si è cercato di mettere in evidenza alcune priorità e, soprattutto, si è avanzata richiesta urgente di incontro.

Uno stralcio della Nota.

Piano Trentino Trilingue. Declinata in termini scolastici, un’ottima ed ambiziosa finalità non è stata accompagnata da un attento, efficace piano attuativo, rispettoso dell’autonomia scolastica. Un susseguirsi di delibere provinciali, note e circolari del Dipartimento della conoscenza hanno evidenziato le non poche criticità presenti nel Piano stesso. Si è voluto obbligare le Scuole ad un’unica metodologia (il Clil) e a tempi e modalità eguali per tutti. Si è voluto forzare la mano, affrettando oltre modo l’attivazione di progetti ed iniziative. Le difficoltà che si sono venute a creare, di fatto, hanno impegnato Dirigenti scolastici e Docenti a cercare soluzioni: dalla riduzione delle unità di lezione, alla proposizione di contratti di lavoro a personale, a volte madrelingua, in difetto di titoli per l’insegnamento. Si riparta dal rispetto delle scelte autonome di ogni Scuola: al Collegio la progettazione e la programmazione degli interventi didattici, agli insegnanti la competenza di decidere strategie metodologiche, nel rispetto delle competenze disciplinari.

Per una Scuola delle competenze per la vita. Molto si è scritto, anche dopo l’introduzione per legge degli obblighi di percorsi di alternanza Scuola/lavoro, su una Scuola che debba orientare maggiormente i nostri ragazzi verso la realizzazione dei loro progetti di Vita. Non sottovalutando mai la necessità di tutelare gli studi classici, e quindi “l’utilità dell’inutile”, è necessario permettere alle Scuole, nel pieno esercizio dell’autonomia scolastica, di programmare autonomamente percorsi di avvicinamento/orientamento verso Università e mondo del lavoro. Si seguano le indicazioni normative nazionali che, permettendo di mantenere i buoni progetti già avviati, restituiscono alle Scuole la piena libertà di programmare le proprie iniziative didattiche.

Precariato e continuità didattica. Dieci anni di battaglie sindacali, ma anche legali, hanno segnato dei passi in avanti in termini di procedure per la stabilizzazione, ma molto rimane ancora da fare. I titoloni a mezzo stampa non hanno ridotto significativamente i posti vacanti: tante le persone condannate a contratti precari. L’endemico problema va risolto superando definitivamente la distinzione fra organico di Diritto e organico di Fatto.

Organico dell’Autonomia, recita una legge dello Stato: su questo preciso punto si era firmato, ed era dicembre dello scorso anno, un protocollo d’intesa col Presidente della Provincia.

Si attribuisca, poi, ad ogni singola Scuola una dotazione organica Ata, programmando il riequilibrio anche numerico, oggi differenziato nei due diversi cicli e sbilanciato verso alcune figure professionali. È necessario, infine, ricordare come la stabilizzazione del personale garantisca quotidianamente continuità didattica e buon servizio, per i nostri ragazzi. Due facce di una medesima medaglia, appuntata al petto di una Scuola della qualità.

Rinnovo contrattuale. Molte volte Uil Scuola ha ricordato sui diversi tavoli politico negoziali come gli accordi contrattuali debbano servire per valorizzare le persone e nel contempo implementare la qualità del lavoro. Se la legge è per sua natura generale ed astratta, il contratto di lavoro deve essere strumento utile ai lavoratori: la forza di regolazione flessibile complementare alla legge.

Da troppo tempo, in Trentino si è imposta la logica della burocrazia, delle scartoffie, della quantità delle prestazioni anziché valorizzare la qualità del lavoro: ripartiamo da quanto si fa in aula con i ragazzi.

Che i fondi sulla valorizzazione del merito e sulla efficienza gestionale siano effettivamente indirizzati a dar luce alle attività didattiche di tutti i giorni. Incremento stipendiale, omogeneità dei diritti tra lavoratori, semplificazione burocratica, ripristino delle sedi di raffreddamento dei conflitti: questi i temi di una nuova primavera contrattuale.

Anche attraverso una rinnovata capacità dell’Agenzia negoziale (Apran) di farsi effettivamente carico della specificità del mondo della Scuola e del rispetto dei contratti firmati.

Autonomia scolastica nella terra dell’autonomia. In tutti i temi affrontati, torna continuamente il nodo centrale del rispetto dell’autonomia scolastica: una autonomia pedagogico–didattica, strumento per superare le difficoltà, risolvere i problemi. Troppe volte la libera, e responsabile, scelta degli Istituti si è dovuta scontrare con le invasioni di campo da parte della politica dei partiti: l’autonomia scolastica contro la scuola dell’Autonomia.

Imposizioni di strategie metodologiche (si pensi al Clil o ai corsi “montessoriani”), obblighi prescrittivi di attività uguali per tutte le Scuole, interventi normativi calati dall’alto sulla valutazione degli apprendimenti dei ragazzi e sull’impiego dei relativi strumenti, carichi burocratico – amministrativi su segreterie e dirigenza scolastica: alcuni degli interventi subiti nel corso degli anni dalle Comunità scolastiche.

Si è letto sulla stampa, in questo ultimo scorcio d’anno, di non meglio precisate disposizioni dell’assessorato circa la raccolta di documentazione su un progetto educativo sui diritti di tutti i bambini, elaborato da un Ic di Trento: un percorso avviato da alcuni anni e regolarmente approvato dagli Organi Collegiali di quell’Istituto. Corre obbligo sottolineare come quanto letto sui giornali non sia certo un bel segnale. Un’iniziativa didattica autonomamente programmata ed una canzone utilizzate strumentalmente da tutta la politica partitica: questo è quanto accaduto. La strumentalizzazione vi è stata, eccome: ma fuori dalla scuola.

La Uil Scuola chiede un forte segnale di discontinuità, di cambiamento. Al mondo della politica dobbiamo avanzare una richiesta: non si utilizzi la Scuola come terreno di scontro. Le comunità scolastiche hanno bisogno di serena tranquillità – così si esprime Di Fiore.

Con favore la scrivente Organizzazione Sindacale ha appreso la volontà politica di reintrodurre la figura del “sovrintendente”: un’agenzia terza, rappresentante e garante delle Istituzioni Scolastiche. Una riforma importante che potrebbe dare nuova linfa alla creatività formativa della nostra Scuola, svincolando i dirigenti scolastici dalle invasive indicazioni del Dipartimento.

È necessario, quindi, superare definitivamente la visione saurocratica e dirigista della legge provinciale 5/06, riprendendo sia il tema della governance della Scuola, di una scuola Comunità educante, sia quello dello smantellamento di un apparato fondato sulla burocratizzazione, rimettendo al centro la didattica: unica vera ragione per cui la scuola vive.

Dall’alternanza scuola/lavoro ai percorsi di orientamento post-diploma; dai percorsi sulla affettività ai progetti educativi sulla educazione di relazione di genere – volti al superamento degli stereotipi di genere; da una didattica finalizzata alla massima integrazione, nell’ottica dell’inclusione, alle iniziative a carattere interculturale: meno obblighi prescrittivi, alle Scuole più libertà nel programmare e progettare iniziative di qualità.

Nei pochi punti posti alla Sua attenzione, egregio Assessore, abbiamo più volte ripreso i concetti di autonomia scolastica, di comunità educante, di persona.

Superando la Scuola delle procedure burocratiche si indirizza l’azione verso la Scuola delle relazioni, la scuola del “senso buono”: le persone che la vivono hanno sicuramente più valore dei meccanismi che vorrebbero determinarla.

La Scuola attende riscontri urgenti.

 

 

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Pietro Di Fiore

Segretario regionale Uil Scuola – Trentino Alto Adige

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