Il Dipartimento della Conoscenza Pat ha diffuso i dati relativi all’insegnamento della religione cattolica negli istituti provinciali di ogni ordine e grado. Nel sito www.vivoscuola.it sono disponibili i dati di frequenza degli studenti, sia riguardo gli “avvalentisi” che i “non avvalentisi”. Nella premessa della ricerca, il curatore scrive: «Il valore cardine a cui riferirsi è stato individuato nel principio di non discriminazione per una scelta libera e responsabile. Ora, la scelta è libera e responsabile se, a fronte della decisione di avvalersene, si garantiscono: le condizioni amministrative (ad esempio la procedura della scelta stessa, gestita qualche volta con un accomodamenti e approssimazioni, ancora oggi, pur in presenza di imponenti sentenze della Consulta annualmente richiamate da disposizioni del Servizio istruzione, che qui si riportano); le condizioni organizzative (ad esempio evitando di emarginare l’Irc e l’attività didattica alternativa nell’orario della giornata o della settimana); le condizioni pedagogico-didattiche (un insegnamento coerente, sul piano dei contenuti e su quello delle azioni d’aula, con i profili epistemologici assegnatigli dalla normativa statale e provinciale)».
Morandi conclude il suo approfondimento statistico con una precisazione: «La scelta, altrettanto libera e responsabile, di non avvalersi dell’Irc non comporta altri obblighi immediati per lo studente, ma impegna la scuola a valutare forme e modi per offrire opportunità didattiche alternative. Su questo aspetto, innegabilmente condizionato da complicati problemi organizzativi, la scuola ha effettivamente segnato il passo e possiamo dire di non aver trovato ancora soluzioni o almeno proposte convincenti».
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