(Fonte: Filippo Degasperi) – Dopo Not e Cta, ancora nebbia sugli appalti in Trentino. I recenti sviluppi emersi con riferimento al bando riguardante la «convenzione per l’erogazione di servizi di pulizia a ridotto impatto ambientale» impongono una riflessione obbligata su più fronti.
Le imprese trentine hanno richiesto la sospensione del bando, suddiviso in 19 lotti e con base d’asta pari a 95,35 milioni di euro, adducendo una serie di doglianze, in ragione delle quali l’assessore Gilmozzi pare sia intenzionato a procedere con la revoca definitiva dello stesso.
Il bando, notevole nella sua entità, è finalizzato all’attivazione delle forniture per i servizi di pulizia per i prossimi 4 anni sui principali uffici della Provincia e di altri enti pubblici: il Comune di Trento, l’Università, gli istituti scolastici e formativi, le Rsa.
Rileviamo che i requisiti imposti per la partecipazione sono stringenti (ad esempio in termini di fatturato realizzato negli ultimi tre anni nello specifico settore oggetto di appalto) e limitano fortemente il principio della libera concorrenza, inibendo de facto le possibilità di partecipazione per le piccole e medie imprese locali.
A ciò si aggiunge un significativo sconcerto per il fatto che la regola di principio, fissata in “pulizie a basso impatto ambientale”, non sia di conseguenza garantita dall’obbligatorietà delle certificazioni ISO9001, ISO14001 e ISO18001.
Il Movimento 5 Stelle ha deciso di presentare un’interrogazione per far luce sulla questione contingente e sulla sofferenza concorrenziale riscontrabile nella realtà locale trentina.
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Cons. Filippo Degasperi
In allegato l’interrogazione contenuta nel comunicato stampa:
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