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RETE 4 “ QUARTO GRADO “ * « STRAGE DI ERBA: AZOUZ MARZOUK, « OLINDO E ROSA NON C’ENTRANO NIENTE, HO SEMPRE AVUTO DUBBI, MA SONO STATO INTIMORITO » (VIDEO)

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16.03 - sabato 13 aprile 2019

Durante la puntata di “Quarto Grado” di ieri, venerdì 12 aprile, Azouz Marzouk è intervenuto in diretta con una telefonata. L’uomo, che nella strage di Erba dell’11 dicembre 2006 ha perso moglie e figlio, tramite il legale avrebbe chiesto la revisione della sentenza per Olindo Romano e Risa Bazzi. Marzouk dice di essere convinto dell’innocenza dei due coniugi, che il 3 maggio 2011 sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo dalla Suprema Corte di cassazione di Roma.
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Di seguito, stralci della telefonata di Azouz Marzouk.

Perché hai fatto questa mossa di chiedere la revisione della sentenza Per Olindo e Rosa?
«Perché secondo me non c’entrano nulla, rispetto alla ricostruzione fatta dalla Procura di Como. Tanti punti non combaciano. Per questo io e il mio avvocato abbiamo deciso di presentare questa istanza alla Procura generale di Milano».

Tu, per molti anni hai avuto una posizione diversa e molto dura nei confronti di Rosa e Olindo…
«No… al primo processo avevo già mostrato dubbi il giorno della sentenza, ma – purtroppo – all’epoca avevo l’avvocato Tropensconvino che mi ha un po’ intimorito, dicendomi di stare zitto così avrei ottenuto i domiciliari. Intimorito sia da lui, che da chi conduceva il processo. Io sto lottando perché ho perso un figlio: lo faccio per questo, non per farmi notare come dicono. Io non do retta a nessuno, ma queste cose mi danno fastidio e mi fanno male: sto facendo questa battaglia per far uscire la verità».

Chi ha ucciso tuo figlio e tua moglie?
«Fino a che non confermerò le prove che portano al vero colpevole, non posso dire niente. So chi è stato: ma devo avere le prove… basta leggere le carte».

Qual è la prova che ti orienta verso altre persone?
«La prova è lo schizzo di sangue che c’è sulla porta d’ingresso di casa mia, all’interno. Questo dimostra che l’assassino era dentro casa: che aspettava mia moglie e mio figlio. Questa è la prima prova. La seconda è la traccia di sangue della signora Cherubini, che si trovava a casa mia. La terza, che ha confermato anche il signor Frigerio al vigile del fuoco, è che sentivano la Cherubini gridare: “Aiuto aiuto!”, ma il taglio alla gola ricevuto dice che per lei era impossibile farsi sentire. Sicuramente, quindi, l’aggressore è scappato dal balcone. Credo che basti e avanzi. C’è da capire chi è stato, anche perché la porta di casa è stata aperta con le chiavi».

La traccia di sangue di Olindo sulla macchina?
«Quella traccia non è pura. La Procura dice che è pura, mentre la difesa dice che non è pura. Le tre corti danno motivazioni diverse e si contraddicono tra di loro».

Hai subito pressioni dai giudici durante il processo?
«Dai giudici no, ma dal pubblico ministero sì. Diceva al mio avvocato di farmi ragionare, se volevo i domiciliari. Poi gli chiedeva: “Perché vuole rovinare il nostro lavoro?”. Avevo paura di non uscire più dal carcere… all’epoca ero dentro».

Sei talmente convinto dell’innocenza di Olindo e Rosa che usciresti a cena con loro?
«Io non sono convinto: sono certo che la ricostruzione fatta dalla Procura di Como è diversa da come sono andati realmente i fatti».

Dopo la condanna hai detto che avresti ucciso tu personalmente Olindo e Rosa
«Non ho mai detto quella frase. Mi assumo tutte le responsabilità di quello che dico».

La testimonianza di Frigerio?
«Il signor Frigerio all’inizio aveva dichiarato ben altro, indicando un’altra persona. Poi ha avuto delle visite: le intercettazioni dei suoi colloqui in ospedale sono state cancellate e non sono mai state trovate».

Ritieni di conoscere le persone che hanno ucciso tuo figlio e tua moglie?
«Ritengo di conoscere i mandanti».

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