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QUARTO GRADO – RETEQUATTRO * MORTE DAVID ROSSI MPS: IL PM DEL CASO ANTONVENETA AL TELEFONO CON L’AMICO INTERCETTATO, “ABBIAMO UNA GOLA PROFONDA”

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12.17 - sabato 7 aprile 2018

“Quarto Grado” è tornato a occuparsi – nella puntata in onda ieri, 6 aprile, su Retequattro – del caso di David Rossi, il capo della Comunicazione di Monte dei Paschi di Siena precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013. In quelle stesse settimane, l’istituto era al centro di un’inchiesta per l’acquisizione di Antonveneta.

Il programma condotto da Gianluigi Nuzzi, con Alessandra Viero, ha mandato in onda un’intercettazione telefonica – risalente alle ore 22:08 del 19 febbraio 2013 – tra il pm Aldo Natalini, uno dei magistrati che in quel momento conducevano le indagini su Antonveneta, e un suo amico d’infanzia, un avvocato viterbese che era intercettato dalla Procura del capoluogo laziale perché indagato per estorsione.
Si tratta di una delle intercettazioni alla base del fascicolo aperto, nell’estate dello stesso anno, proprio contro Natalini per rivelazione del segreto d’ufficio. Questo caso è stato archiviato in autunno: l’11 ottobre 2013, da parte della Procura di Viterbo viene avanzata la richiesta di archiviazione, accolta dal gip dieci giorni dopo, il 21 ottobre.

Il 19 febbraio erano state effettuate – questa volta su richiesta della Procura di Siena – delle perquisizioni a casa e nell’ufficio di David Rossi.
Nei giorni a seguire, il responsabile della Comunicazione di MPS avrebbe mostrato preoccupazione per queste indagini: in particolare, in alcune mail del 4 marzo, il dirigente avrebbe parlato con l’ex amministratore delegato della Banca Fabrizio Viola della possibilità di parlare con i magistrati.

Di seguito, la trascrizione della telefonata tra il pm Natalini e l’avvocato viterbese.

PM: «Che fai?»
Avvocato: «State a fare i sequestri?»
PM: «Sono stato a Milano, oggi abbiamo fatto le perquisizioni…».
Avvocato: «Oggi a Milano?»
PM: «No, ieri. Oggi, stamani, siamo stati a fare un po’ di perquisizioni qui a Siena».
Avvocato: «Tirate fuori ‘sto 416 [associazione a delinquere, ndr]».
PM: «Ma vabbè, quello… quello vabbè si vede un po’».
Avvocato: «Ma quali sono le altre ipotesi? Corruzione, concussione… ci sta, no?»
PM: «No, non ci sono reati di pubblica amministrazione».
Avvocato: «Ah, ecco».
PM: «Ci sono reati societari, di ostacolo all’attività di vigilanza, che sono parecchi episodi, e manipolazioni di mercato a livello informativo».
Avvocato: «Qualche falso…».
PM: «Qualche falso. Per i reati, societari, ci sono le autorità di vigilanza, sia Banca d’Italia che Consob, che hanno fatto ormai quasi tutto. Su quello siamo abbastanza avvantaggiati».
Avvocato: «Lo puoi pure chiudere».
PM: «Eh… il grosso problema sta sul resto, sui reati tra virgolette “comuni”… cioè per capire il movente dell’intera operazione. Non è mica facile dimostrare che esisteva una cricca interna alla Banca. Era d’accordo con le controparti per far vincere sempre, coi derivati tossici, la controparte, in spregio alla Banca».

Avvocato: «Non c’hai nessun pubblico ufficiale?»
PM: «È tutto dentro alla Banca, eh».
Avvocato: «E la corruzione esterna, non ce la fai?»
PM: «No, perché non è che questa operazione implicava degli atti pubblici».
Avvocato: «E cose estorsive, niente?»
PM: «No, assolutamente, era un cosiddetto reato in contratto, una sorta di truffa contrattuale, però molto molto in salita».
Avvocato: «Quindi avete un paio di mesi per chiudere».
PM: «Magari ci si lavora qualche altro mese, certo prima dell’estate. Bisognerà fare pure una serie di provvedimenti. La parte di Antonveneta, quella è tutta accertata. Ma ci manca il movente».

Avvocato: «Una gola profonda non ce l’avete?»
PM: «Sì, quello sì».
Avvocato: «Ma hanno collaborato in tanti o hai avuto resistenze?»
PM: «La metà è fessa, l’altra metà fa finta. Abbiamo le mail di quegli anni, sono mail anche vecchie».

I due parlano anche dell’arresto di Gianluca Baldassarri, il manager della Banca che ai tempi era a capo dell’Area Finanza di MPS, e del sequestro di 20 milioni: un provvedimento di cui non sarebbero stati a conoscenza lo stesso Baldassarri e il difensore.
Avvocato: «Ancora non v’hanno fatto il riesame?»
PM: «No, perché abbiamo fatto una parac*****».
Avvocato: «Cioè?»
PM: «Ritardato deposito degli atti, il 366 ultimo comma, e all’indagato e al difensore abbiamo notificato il ritardato deposito per almeno 30 giorni per esigenze investigative quindi, per il momento, il riesame non lo può fare».

Alla fine della telefonata, il magistrato e l’avvocato parlano delle Elezioni Politiche 2013, che si sarebbero tenute dopo pochi giorni (24-25 febbraio, ndr), e delle loro preferenze.
PM: «Ingroia non se po’ vota’».
Avvocato: «Macchè, chi c**** lo vota, al massimo puoi votare o Grillo o puoi votare…».
PM: «No, ma lo puoi votare Grillo, ma chi c**** l’ha scelto, ma dai».
Avvocato: «Io come al solito voterò PD alla fine».
PM: «Comunque se perde il PD mi sentirò un po’ moralmente responsabile, eh!»
Avvocato: «Vabbè, annamo a vota, va’».
PM: «Vabbè, se vedemo domenica, via, ok».

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