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PREFERENZA DI GENERE: COMITATO NON ULTIMI, DORIGATTI PORTI IN AULA DDL

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16.16 - sabato 11 febbraio 2017

Il “Comitato Non Ultimi”, in una nota stampa, chiede al «Presidente Dorigatti e ai consiglieri tutti di portare in aula il ddl, di discuterlo e di votarlo senza stravolgimenti».  Il 7 febbraio il Consiglio Comunale di Trento -ricorda il Comitato- ha approvato a maggioranza la mozione a sostegno del ddl sulla doppia preferenza di genere, promossa dal Comitato Non Ultimi e dalla Commissione Pari Opportunità . Un altro comune si aggiunge alla già lunga lista di amministrazioni  che hanno aderito all’iniziativa. Comuni e Comunità di Valle: Rovereto, Riva del Garda, Cles, Cavalese, Folgaria, San Michele all’Adige, Comunità Vallagarina, Altipiani Cimbri, solo per citarne alcuni.

«Ė la voce dei territori , che si affianca a quella della società civile», si legge nel comunicato. Si precisa inoltre che «L’attuale insignificante presenza delle donne nelle istituzioni trentine sia sanata attraverso uno strumento che riequilibri la rappresentanza di entrambe i generi.  Ma il Consiglio provinciale di Trento è sordo , e si sta attrezzando per affossare la proposta di legge o, in seconda battuta, snaturarla con accordi di Palazzo, che renderanno inutile se non addirittura dannosa la riforma».

Secondo i “Non Ultimi” «La discussione del disegno di legge non è ancora stata messa in calendario: evidentemente il presidente e i consiglieri del Consiglio provinciale di Trento  lo ritengono  questione  non importante . Diversamente la pensano i parlamentari italiani che un anno fa hanno votato a grandissima maggioranza una riforma per il riequilibrio di genere in politica e nelle istituzioni. È evidente che, in questo caso, l’autonomia trentina non sta dando il meglio di sé. È probabile che i nostri consiglieri -prosegue il Comitato- puntino a dilatare i tempi per poi dire che se ne riparlerà la prossima legislatura.

È un gioco già visto. Lo hanno già messo in pratica con successo. In realtà si sta usando l’autonomia per differenziarsi dal resto d’Italia ( e d’Europa),arroccandosi su posizioni arrestate, ma sicure: sicure per chi teme il cambiamento, per chi teme che una presenza significativa delle donne in politica significhi ricambio della classe dirigente trentina. E, in effetti, è questo che si vuole impedire».

 

 

Foto: tratta da sito Comitato Non Ultimi

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