Rigore storico e scientifico ma anche attenzione alla dimensione umana” così il presidente Ugo Rossi. “storie senza Storia. Tracce di uomini in guerra”: inaugurata la mostra.
Si intitola “storie senza Storia. Tracce di uomini in guerra (1914-1918)”, ed è la mostra che l’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza provinciale, in collaborazione con il Servizio cultura turismo e politiche giovanili del Comune di Trento, dedica al centenario dalla fine del Primo conflitto mondiale. Ieri nella Cappella Vantini di Palazzo Thun a Trento, si è tenuta l’inaugurazione, alla presenza del presidente Ugo Rossi, dell’assessore comunale alla cultura Andrea Robol, del soprintendente Franco Marzatico e del curatore Franco Nicolis.
L’esposizione, che sarà visitabile ad ingresso gratuito fino al 4 novembre, mostra i materiali messi in luce tra il 2012 e il 2017 negli interventi di recupero di resti di soldati della Grande Guerra effettuati sul ghiacciaio del Presena e alle pendici occidentali del Corno di Cavento nel Gruppo dell’Adamello.
A riportarli alla luce e a restituirli alla memoria collettiva è stato il delicato lavoro di équipe multidisciplinari composte da archeologi, geologi, guide alpine, restauratori.
“Una mostra che unisce rigore scientifico e storico alla dimensione umana – come ha ricordato il presidente Ugo Rossi – testimoniata anche dalla presenza dei discendenti del caduto Rodolfo Beretta che sono con noi oggi all’inaugurazione”.
E se l’assessore Robol ha ricordato come ad accogliere questi materiali di guerra sia la Cappella Vantini, un luogo suggestivo e importante per la città, il curatore Franco Nicolis l’ha voluta definire una mostra “semplice e frugale”, frutto del lavoro che l’Ufficio beni archeologici compie sulle montagne trentine: “Il recupero dei caduti – ha spiegato il curatore – ha un valore umano grandissimo”. “La Provincia, anche nei luoghi più estremi, come l’alta montagna, tutela e conserva”, ha aggiunto il soprintendente Marzatico.
I materiali esposti sono infatti riferibili al vestiario e alla dotazione militare di due alpini dell’esercito italiano e alle uniformi di due soldati dei reparti di artiglieria dell’esercito austro-ungarico. La presenza di elementi cartacei, deteriorati ma resi leggibili grazie alle tecniche di conservazione e di restauro messe in atto dalla Soprintendenza per i beni culturali, ha permesso di riconoscere il nome di uno dei due italiani, il soldato Rodolfo Beretta nato a Besana in Brianza il 13 maggio 1886 e deceduto per caduta di valanga l’8 novembre 1916.
A Rodolfo Beretta è stato dedicato un momento di ricordo in occasione dell’adunata degli alpini (svoltasi a Trento il 13 maggio scorso, giorno del suo compleanno) alla presenza del presidente della Provincia autonoma di Trento, del sindaco del paese brianzolo, dei rappresentanti dell’Ana e del colonnello Margoni in rappresentanza di Onorcaduti. Il recupero dei resti dei caduti dei soldati viene infatti svolto in accordo e in collaborazione con il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti e con l’Arma dei Carabinieri. Per i caduti austriaci l’istituzione di riferimento è la Schwarzes Kreuz austriaca che ha dato il patrocinio alla mostra.