FIDUCIA E SPERANZA.
Può anche darsi che abbia vinto la furbizia partitica, giovedì sera al tavolo della coalizione del centro-sinistra autonomista. Certo è che, per la prima volta, il Patt ha firmato un documento che, pur mirando tutta la procedura alla riconferma del presidente uscente, non esclude una candidatura alternativa.
Ma il problema non è chi ha vinto e chi ha perso, in questa nuova tappa del tormentato percorso della coalizione, in cui i sostenitori della discontinuità restano per correttezza, lealtà e senso del bene comune, lontani da ogni ultimatum e da ogni particolarismo ‘ad personam’.
Il problema drammatico è che il tatticismo e l’astuzia maturati in trent’anni di abitazione dei palazzi non consentono a chi li pratica di capire che la gente è stanca delle furbizie e delle tattiche.
Che ogni nuovo espediente scaltro allontana un po’ di più le persone brave e competenti dall’idea di potersi impegnare in una politica bella, trasparente, giocata alla luce del sole.
Questo è il vero dramma di oggi, anche in Trentino: il distacco profondo tra i vecchi riti consumati e la vita quotidiana delle cittadine e dei cittadini, i problemi e le speranze di ogni giorno.
Noi però, a costo di essere smentiti, continuiamo a credere che le furbizie e i tatticismi non prevarranno: che vincerà un soprassalto di consapevolezza politica vera, adeguata ai tempi difficili che viviamo.
Che i due partiti che devono pronunciarsi la prossima settimana, Pd e Upt, qualunque strada scelgano, la decidano con la libertà e la speranza che sono delle persone e dei partiti liberi e forti.
Hanno due nomi bellissimi, quei due partiti: democratico (l’aggettivo più bello che ci sia, in politica) e Unione (per il Trentino), e l’unione è il bello della politica, è l’antidoto alla frammentazione, alla dispersione, all’insignificanza. Io ho fiducia e speranza in due partiti che si chiamano così.
Fiducia e speranza, davvero.
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Paolo Ghezzi