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LUCIA COPPOLA E PAOLO GHEZZI – FUTURA 2018 * ” 2018 DISASTRO AMBIENTALE IN TRENTINO, NON FATE PAGARE IL DISASTRO DUE VOLTE AI TRENTINI “

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17.27 - giovedì 15 novembre 2018

Futura 2018 esprime preoccupazione per lo strapotere della Lega nella composizione della prima Giunta provinciale di destra nella storia del Trentino. Con il 27% dei voti degli elettori, il partito di Salvini occupa il 75% dei posti di comando e ora vuole anche la presidenza del Consiglio provinciale.

Un accumulo di cariche senza precedenti.

Non è un bel segnale che si dà al Trentino e ai tre quarti degli elettori che non hanno votato la Lega. Futura 2018 si impegna comunque a fare un’opposizione intransigente ma anche costruttiva. In tal senso chiede al presidente della Provincia di considerare le proposte.

contenute nel documento allegato, sulla risposta al disastro ambientale che purtroppo contrassegna questo inizio di legislatura: “Non fate pagare il disastro due volte ai trentini, bloccando i progetti dei Comuni. Il governo assicuri un sostegno straordinario”.

 

 

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In allegato il comunicato stampa:

 

NON FATE PAGARE IL DISASTRO DUE VOLTE AI TRENTINI

(Comunicato dei consiglieri provinciali Futura 2018)

 

La catastrofica ondata di maltempo che si è abbattuta sul Trentino, seminando lutti, danni e distruzione , richiede risposte rapide e necessarie ma insieme sagge e lungimiranti.

Innanzitutto la messa in sicurezza dei territori, il ripristino della viabilità, la disamina scrupolosa dei possibili ulteriori rischi dal punto di vista idrogeologico. E naturalmente le misure di sostegno ai Comuni, ai privati, alle famiglie e alle imprese danneggiate. Resta poi il grande tema dei milioni di metri cubi di alberi caduti al suolo, di intere foreste scomparse alla nostra vista. Di parchi di grande pregio dal punto di vista della diversità delle specie e della biodiversità, come il parco di Levico, Arte Sella, il Parco Adamello Brenta, che richiederanno, per la loro preziosità, cure e attenzioni molto speciali.

Il paesaggio del nostro Trentino ha subito una mutazione molto importante e sappiamo bene che ci vorranno decenni per ripristinare tutta la ricchezza perduta. Anche gli animali selvatici naturalmente hanno subito gli esiti nefasti dei violenti fenomeni atmosferici, determinati dai cambiamenti climatici globali. Perciò ci sentiamo di appoggiare la richiesta delle associazioni ambientaliste di sospendere la caccia.

Il primo passaggio, che segue l’impegno fondamentale e generoso della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, dei volontari e delle singole persone che ormai da settimane lavorano indefessamente, non può che essere quello di quantificare zona per zona i danni avvenuti, di interagire con i Comuni di pertinenza e quindi di attingere ai fondi provinciali e nazionali da assegnare. . Sarà opportuno capire in che modo l’Europa potrà contribuire al risanamento di zone come le Dolomiti, patrimonio dell’Umanità Unesco. Riteniamo sbagliata la scelta di far ricadere ancora una volta sui Comuni la tragedia che in Trentino è stata limitata nelle proporzioni, pur nell’estrema gravità, solo grazie al lavoro di consolidamento, gestione del suolo, cura del territorio e del suo patrimonio forestale portata avanti dalle amministrazioni locali e provinciale.

La ricostruzione richiederà dunque decisioni veloci ma condivise con i territori e gli enti locali che li rappresentano, individuando nello Stato, così come avviene per le altre Regioni colpite, il carico maggiore nell’impegno finanziario. Bloccare i progetti che i vari Comuni hanno in cantiere, molti già iniziati e consolidati, significherebbe solo far pagare due volte ai  cittadini trentini i costi dei danni causati dagli eventi calamitosi.

Particolare attenzione dovrà essere data alla filiera del legno, in modo tale da non svalutare il prodotto e il lavoro di chi vi opera. Il recupero di questo immenso materiale legnoso dovrà implementare l’economia dei territori segnati dalla calamità, essere utilizzato per opere pubbliche, non diventare oggetto di speculazione. Altrettanta attenzione dovrà essere data al rimboschimento e al ripristino, che avrà tempi lunghissimi ma dovrà iniziare presto. Per ridare al paesaggio la sua forma originale e consentire agli alberi di svolgere il loro importante ruolo nell’impedire frane e smottamenti e nel purificare l’aria che noi tutti respiriamo. Nonché di garantire la bellezza e la salubrità del nostro Trentino di cui sono parte insostituibile.

Non riteniamo, come qualcuno ha proposto, di mantenere i prativi che purtroppo si sono creati, ripristinando la situazione del dopoguerra, per allevamenti di bestiame, ritenendo i pascoli esistenti più che sufficienti. L’economia di montagna ha molte altre importanti vocazioni che vanno considerate e implementate.

 

 

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Lucia Coppola, Paolo Ghezzi

 

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