Raffinato cronista polemista, Tessari del Trentino finge di ignorare, per legittimi fini satirici filorossisti e anticattanisti o forse per augurarci lo stesso 58,11% del presidente uscente 5 anni fa, la sostanziale differenza tra un vincere imperativo assoluto, da uomo solo al comando, e un noi vogliamo vincere (che non sarà lo slogan elettorale, ma era soltanto lo slogan per l’aduna… pardon il raduno del Muse) dove quel che conta è il noi che vuol dire insieme, collegialità, programma condiviso, impegno collettivo… e dove il vogliamo indica che, al contrario, osservando certe pulsioni autodistruttive intorno a noi, qualche forza politica nostra potenziale alleata sembra che stia correndo per perdere… ma indica anche l’essenziale importanza del volere fare e pensare, sempre alla prima persona plurale. L’ottimismo della volontà.
Vogliamo, infine, vuol dire noi e gli altri, in alleanza, in collaborazione, in coalizione. Nonostante tutto, noi.
Ergo, noi vogliamo vincere, con audacia e generosità, ha tutto un altro sapore di vincere: siamo proprio su un altro pianeta, in un’altra storia, dentro un’altra terra… futura e presente. Futura2018, insomma.
*
Paolo Ghezzi