Il Trentino deve investire di più in cultura, spettacoli ed arte, perché questi linguaggi anticipano le tendenze e costruiscono il futuro, oltre ad essere motori di sviluppo economico.
Lo hanno ribadito martedì sera quasi cinquanta operatori del settore, riuniti da Futura 2018 in una serata di confronto e dibattito: un grande successo di partecipazione, a dimostrare quello che la lista dice da tempo con il proprio programma e il proprio slogan: investiamo nell’arte e nella cultura perché ci fanno sentire più vivi e meno distanti.
Molti e articolati gli interventi, che hanno spaziato dalle politiche museali ai grandi eventi, dalla formazione musicale delle giovani generazioni alle esperienze di artisti e galleristi.
“Purtroppo la cultura è scomparsa dalle agende politiche e dei partiti, in molti casi vi gioca un ruolo marginale. Noi siamo convinti – hanno detto i candidati di Futura – che invece occorra ripartire da un incremento delle materie scolastiche come educazione artistica e musica, per riportare le giovani generazioni alla bellezza ed alla cultura”.
C’è poi la preoccupazione di chi fa dell’arte o dello spettacolo la propria professione: fra impedimenti burocratici e calo indistinto delle risorse, il Trentino ha vissuto anni di progressiva contrazione della produzione. Senza contare il restringersi progressivo degli spazi pubblici e privati a questo dedicati.
Da tutti, l’auspicio che momenti di confronto come questo possano accadere più spesso, e l’impegno a ritrovarsi dopo le elezioni per continuare il discorso ed il confronto. Ed è questo l’impegno che Futura 2018 si è presa: fare di questi momenti partecipativi aperti la propria cifra ed il proprio modo di agire, continuando un percorso di interscambio di idee e di trasferimento di valori condivisi.
Futura 2018 mette sul piatto le proprie idee: un assessorato alla cultura provinciale che sia finalmente un vero assessorato – e non più una attività residuali connessa a Protezione Civile e sport – casomai da abbinare alle competenze della scuola, Università e ricerca; un assessorato con una dotazione di bilancio adeguata, affinché il Trentino torni a parlare i linguaggi della contemporaneità, dell’innovazione, del dialogo europeo; un Fondo Unico dello Spettacolo trentino che abbia finalmente strumenti operativi agili, democratici e trasparenti; un Osservatorio delle politiche culturali che non sia un ufficio fantasma, ma un motore dell’analisi del Trentino di oggi; un assessorato che abbia anche un costante collegamento con le realtà giovanili, oggi tagliate fuori dai bandi e dalle contribuzioni; un dinamico e innovativo servizio pubblico che contribuisca a favorire le iniziative abbassando i costi di pubblicità, affitto di spazi, dotazioni tecniche, circuitazione.
Il Trentino – è stato detto nella serata – è meraviglioso e la vivacità culturale è migliore che in altre regioni italiane. Eppure ci sono ben sette regioni in Italia che – proporzionalmente – investono più di noi in cultura. “In questi tempi di paura, isolamento e fake news – è stato detto, la cultura è una forma di resistenza. Ma anche un grande investimento sul futuro dei nostri figli.
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Staff di Futura 2018