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FUGATTI* INTERROGAZIONE: INCHIESTA TRENTO RISE, QUALI LE MOTIVAZIONI CHE HANNO PORTATO LA PAT A NON COSTITUIRSI PER ORA PARTE CIVILE?

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16.00 - martedì 14 novembre 2017

Nel corso della XV Legislatura, il Gruppo consiliare della Lega Nord Trentino ha presentato numerosi documenti legati all’inchiesta su Trento Rise e sulle consulenze affidate a Deloitte. Un sistema all’interno del quale sarebbero comparsi irregolarità, favori e rimborsi spese gonfiati, a dimostrazione di come i soldi pubblici venissero impiegati con poco parsimonia, controllo e trasparenza.

 

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Di seguito una breve cronistoria.

Il primo filone d’inchiesta riguarda il Pcp per la riorganizzazione della macchina amministrativa della Provincia da 7 milioni e 474 mila Euro e conta sei imputati: F.G. (ex presidente di Trento Rise), M.B. (legale rappresentante in Trentino di Deloitte Consulting), I.D.(ex dirigente generale della Provincia), A.G. (ex dipendente di Trento Rise), P.O. (dipendente di Deloitte) e I.P. (ex responsabile dell’area business di Trento Rise). In questo caso, da quanto emerso, i bandi sarebbero stati pilotati a beneficio della Deloitte.

Il secondo filone attiene al procedimento sul Pcp sanitario-assistenziale (PUA) da 5 mln di Euro per la realizzazione di una piattaforma unica integrata di tutti i servizi socio assistenziali. La cordata con il punteggio più alto era risultata quella controllata dalla Deloitte, Icare, e la Keynet srl.

La Commissione europea aveva contestato l’applicabilità delle procedure di Pcp ad una simile attività, sollevando l’esistenza di possibili violazioni ai principi di non discriminazione e parità di trattamento degli offerenti.

La Giunta provinciale, con delibera n.2369 dd 22.12.2014 “Ulteriori direttive all’Associazione Trento Rise” sospendeva, in via prudenziale, le fasi 2 e 3 del Pcp per poi bloccare tutto come avvenuto per gli altri sette Pcp. Anche in questo caso si tratterebbe di turbativa d’asta con imputati M.B. (legale rappresentante in Trentino di Deloitte Consulting), P.O. (dipendente di Deloitte) e I.P. (ex responsabile dell’area business di Trento Rise).

Terzo ed ultimo filone riguarda il Pcp turismo con imputati M.B. (legale rappresentante in Trentino di Deloitte Consulting), F.G. (ex presidente di Trento Rise), A.G. (ex dipendente di Trento Rise) e R.B. (ex dipendente di Informatica Trentina). Secondo l’accusa Trento Rise avrebbe favorito l’aggiudicazione alla Deloitte di un appalto per lo sviluppo del turismo del Trentino e per una app sui mondiali di sci nordico. L’incarico pare si aggirasse attorno ai 200.000 Euro.

Durante il primo processo del filone Trento Rise, che ha riguardato alcune consulenze legali “gonfiate”, le pene più severe sono state inflitte all’Avv. S.C. ex consulente legale di Trento Rise (2 anni e 2 mesi per truffa e falso) e all’ex presidente del consorzio F.G. (1 anno e 6 mesi con i doppi benefici) per abuso d’ufficio e falso. Condannate anche le tre dipendenti dell’Ufficio legale di Trento Rise per falso e turbata libertà degli incanti (1 anno e 15 giorni).

Il giudice ha inoltre condannato gli imputati al risarcimento in favore di Trento Rise per un totale di 250.000 Euro.

Per quanto riguarda i Pcp modelli, Pua e appalto sul turismo, l’udienza preliminare si sarebbe dovuta svolgere ad ottobre ma negli scorsi giorni è stata rinviata a dicembre (giorni 1, 6 e 13) per dare tempo alle parti di trovare un’intesa sul risarcimento. Ad oggi Trento Rise pare abbia chiesto a Deloitte Consulting 2 mln e mezzo di Euro ma l’offerta ad oggi esistente sarebbe di 1 mln di Euro.

Con delibera n. 793 dd 14.5.2015 “Indicazioni in merito a Trento Rise”, la Giunta provinciale ha dato indicazioni per procedere alla nomina di idonee figure per la fase di liquidazione di Trento Rise”. L’Avv. G.B. , liquidatore di Trento Rise, su una testata locale nelle scorse settimane ha dichiarato: “Abbiamo chiesto a Deloitte se sia interessata a trovare un accordo che accontenti entrambe le parti”.

Da parte nostra si ritiene che tale modus operandi dei liquidatori di Trento Rise, la cui nomina è stata condivisa dalla Giunta provinciale, possa introdurre meccanismi di scarsa trasparenza sui fatti accaduti all’epoca delle azioni contestate all’interno dell’Associazione Trento Rise.

Se il patteggiamento venisse infatti raggiunto, l’iter del processo potrebbe variare evitando così il dibattito in aula, fase questa alquanto delicata.

Ad oggi inoltre la Provincia non si sarebbe costituita parte civile; una scelta che al momento non ha avuto né motivazioni né spiegazioni ma che, a fronte della gravità della vicenda, parrebbero invece doverose. Le ipotesi relative a tale decisione potrebbero essere molteplici; tra cui anche la volontà di evitare un dibattimento, facendo calare così il silenzio attorno ad una vicenda grave che ha danneggiato l’immagine del Trentino.

 

Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia per sapere:

1. Se risulta vero che la Provincia non si è costituita parte civile e quali sono le motivazioni;

2. Per quale motivo i liquidatori stanno ipotizzando un piano giudiziario che porta al patteggiamento;

3. Se la Provincia non ritiene poco trasparente agli occhi dell’opinione pubblica e alla luce della gravità dei fatti accaduti, che i liquidatori intendono proseguire con un patteggiamento.

 

A norma di Regolamento, si chiede risposta scritta.

 

 

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Lega Nord Trentino
Cons. Maurizio Fugatti

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