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FONDAZIONE MACH * 66° TRENTO FILM FESTIVAL – NELLO ZAINO PER L’ALTA QUOTA I PRODOTTI AGRICOLI DEL TERRITORIO: NOCI, ANTICHI CEREALI, FORMAGGI DI MALGA E MIELE

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20.40 - sabato 5 maggio 2018

Per il 66° Trento Film Festival la Fondazione Edmund Mach ha deciso di portare nello “zaino” alcuni prodotti agricoli del territorio, in particolare noci, pane di antichi cereali, formaggi di malga e miele, per spiegare le attività di ricerca e sperimentazione in corso per valorizzarli ma anche, con il contributo dell’azienda sanitaria di Trento, per spiegare quanto fanno bene alla nostra salute.

In una cornice più ampia quella del focus sul progetto “Environment, Food & Health (Ehf)” coordinato da Fem a livello euroregionale fra Trentino, Alto Adige e Tirolo per indagare la “versione alpina” della dieta mediterranea, progetto col quale si vuole dimostrare che si può vivere a lungo con minori spese sanitarie, adottando uno stile di vita – e quindi una dieta – sana.

“Il senso della presenza di Fem al Film Festival della montagna -ha spiegato il presidente Fem, Andrea Segrè- è far conoscere le nostre ricerche e le nostre attività di formazione e consulenza negli ambiti dell’agricoltura, dell’ambiente e dell’alimentazione sul territorio delle terre alte.

In quest’ottica abbiamo avviato il progetto Euregio Ehf sulla dieta mediterranea alpina, un viatico per valorizzare i prodotti locali – e il reddito di chi li coltiva – inserendoli in uno stile di vita sano che previene le malattie croniche”.

Al convegno, molto partecipato, organizzato dalla Fondazione Edmund Mach, oggi a Trento, a Palazzo Roccabruna, sono intervenuti accanto al presidente Andrea Segrè, i ricercatori e tecnologi Michela Troggio, Enzo Mescalchin, Silvia Schiavon, Paolo Fontana e Carlo Pedrolli, dirigente del Servizio dietetica e nutrizione clinica dell’Azienda provinciale per i Sevizi Sanitari di Trento che ha focalizzato il suo intervento sulle caratteristiche della dieta mediterranea, modello alimentare che assicura una nutrizione valida, equilibrata, adatta a qualsiasi età, in grado di prevenire molte malattie.

Un modello applicabile a livello locale con i prodotti del territorio. “Abbiamo disponibilità di prodotti alimentari “alpini” con ottime potenzialità di costruire un modello alpino – ha spiegato il dottor Pedrolli- che segua i suoi principi e perché permetterebbe di svincolare il modello alimentare mediterraneo da una determinata località geografica”.

Focus sulla noce del Bleggio e il progetto Fem partito lo scorso anno in collaborazione con Fondazione Caritro, le aziende produttrici di noci del Bleggio e la confraternita della noce del Bleggio per valorizzare la noce bleggiana, creando una vera e propria carta di identità, identificandone i caratteri distintivi, inclusi gli aspetti nutrizionali e salutistici. Una attestazione di unicità e tipicità del prodotto locale, come ha spiegato la ricercatrice Michela Troggio, grazie alle analisi genetiche ed isotopiche.

Silvia Schiavon ha parlato dei formaggi di malga che rappresentano un valore per il territorio trentino perché “ricchi di storia, tradizione, cultura della montagna ma anche perché sono prodotti sani, a km zero e, grazie all’alimentazione ad erba delle vacche, ricchi di sostanze dalle importanti proprietà salutistiche come l’acido linoleico coniugato (Cla)”.

Ha parlato del progetto Fermalga con cui si è inteso valorizzare questi prodotti sia dal punto di vista qualitativo che commerciale e che ha portato ad importanti risultati sui formaggi prodotti sia dal punto di vista aromatico che delle caratteristiche collegate alla stagionabilità del prodotto, peculiarità riconosciute e premiate nei diversi concorsi per formaggi di malga che si svolgono annualmente in Trentino.

Altro prodotto sotto la lente il pane di antichi cereali. Enzo Mescalchin ha spiegato come la coltivazione dei cereali sta ritrovando oggi un suo “nuovo” piccolo spazio in Trentino, grazie al rinnovato interesse da parte di consumatori, panificatori e agricoltori, per questi ultimi come possibilità di recupero e valorizzazione di terreni marginali privi di irrigazione e per una diversificazione colturale, contribuendo così al miglioramento del paesaggio agrario con il contenimento della monocultura e la salvaguardi tradizioni e cultura locali.

Infine, il miele di montagna. Paolo Fontana ha detto che il miele per fare bene oltre che per essere buono, deve provenire da un ambiente incontaminato. Ecco che i mieli di montagna oltre che essere connotati da caratteristiche sensoriali straordinarie, sono anche molto sicuri per i consumatori.

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