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LANCIO D'AGENZIA

ELEZIONI 2018 TRENTINO: CIA, UGO ROSSI RICORDA LUIGI XV “DOPO DI ME IL DILUVIO”

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18.35 - sabato 21 ottobre 2017

(Fonte: Claudio Cia) – Nella sua ultima intervista il Presidente della Provincia Ugo Rossi lascia intendere che o sarà confermato presidente anche alla prossima tornata elettorale, o potrebbe non essere della partita.

L’avvertimento si è reso necessario per allontanare almeno provvisoriamente gli avvoltoi del centrosinistra, che ormai lo circondano e ne chiedono il cambio: da una parte abbiamo le incursioni di Dellai, dall’altra abbiamo le più note rivendicazioni da parte del Pd, con a capo il Vicepresidente Olivi, che probabilmente spera di scalare di un gradino la scala gerarchica.

In pochi della coalizione di maggioranza sembrano fare scudo intorno al loro Presidente, tranne la difesa d’ufficio di Panizza, a cui però andrebbe probabilmente bene anche uno spaventapasseri alla Presidenza, purché porti il marchio del Patt.

E’ qui che Rossi dichiara di non essere interessato ad andare a Roma. Magari i suoi a Roma ce lo manderebbero anche, pur di liberare lo scranno più alto in Provincia, ma Rossi sa bene, come diceva Giulio Cesare, che è meglio essere primi in Gallia che secondi a Roma, e li non sarebbe neppure secondo.

Per stare in tema di grandi del passato, Rossi ricorda in questa sua intervista un certo Luigi XV e la celebre espressione attribuitagli: “Dopo di me il diluvio”.

In tre varianti diverse Rossi cerca di far capire il concetto ai suoi. “Se avessi perso le primarie non avrei mai fatto il vicepresidente”. Non è chiaro se vi sia una sottile allusione ad Olivi, all’eterna ricerca della leadership, ma ciò che passa è che non c’è motivo per cui in eventuali future primarie il suo atteggiamento dovrebbe essere diverso, solo la presidenza è contemplata.

“Se uno ha fatto il presidente di una coalizione, non è poi adatto a ricoprire altri ruoli”: ancora una volta il concetto è quello, niente ruoli di ripiego, chi è capitano non torna a fare il gregario. “Non sono tagliato per fare l’opposizione, le interrogazioni, gli esposti”.

Dopo aver dato più volte in aula lezioni all’opposizione su come stare al mondo, Rossi confessa alla fine di non esserene “tagliato”, un deficit democratico di chi è abituato a stare al potere, che forse sarebbe utile che tanti del centrosinistra colmassero con qualche tirocinio formativo. Insomma, ad ascoltare Rossi sembrerebbe ci sia chi è venuto al mondo per fare solo il Presidente.

Non essendoci nessuno che al momento gli faccia da sponda, Rossi cerca di blindarsi da solo. Un atteggiamento che dovrebbe dimostrare la fermezza del Presidente, ma che in realtà evidenzia tutta la debolezza di Rossi, non nuovo a queste prove di forza, ma pur sempre come ultima carta rimastagli.

L’unica speranza per Rossi è lo stesso Pd, che a causa della sua litigiosità e inconcludenza potrebbe tornare ad accettare “un altro giro” a guida Patt nel nome della “tenuta della coalizione”.

 

 

 

 

 

 

 

Foto: archivio Pat

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