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DEGASPERI REPLICA AL CANDIDATO PRESIDENTE DI FUTURA2018 * ECONOMIA E SPREAD: ” CARO GHEZZI, IL CATALOGO È QUESTO? “

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16.51 - domenica 2 settembre 2018

Caro Ghezzi, il catalogo è questo? Da inesperto neofita della politica, il candidato presidente senza simbolo, senza programma e senza lista, dimostrandosi privo di argomenti che riguardino gli interessi dei trentini, si dedica, da economista di scuola montiana, all’analisi di spread e dintorni.

Proprio lui che vuole rappresentare la discontinuità con i recenti governi dell’ormai rinnegato Centrosinistra autonomista, prova a deviare l’attenzione dai disastri locali alle vicende romane dove, un governo in carica da pochi mesi sta rimettendo sui binari il Paese.

Sarebbe interessante che il candidato del cambiamento gattopardesco (ovvero quello che ha certificato il fallimento della sua stessa compagine ma che vorrebbe evitare con lifting e maquillage la ritirata da Piazza Dante) raccontasse ai trentini quanto son costate le iniziative dei suoi compagni di avventura.

Potremmo partire dalle riforme istituzionali con le comunità di valle e le relative consulenze Deloitte, precipitosamente archiviate per evitare di incorrere nella scure della Corte; potremmo ricordare la vicenda degli anticipi sui vitalizi (96 milioni di euro) o quella dei contratti derivati sottoscritti da “esperti” vocati alla continuità.

Come dimenticare i quasi 200 milioni finora risucchiati dal centro di Protonterapia e i non ancora quantificati milioni sperperati nella vicenda del Not.

E i leaseback? Provi il novello Monti a calcolare quante centinaia di milioni la Provincia ha destinato a operazioni fallimentari (Martinelli, Gallox, Marangoni, Whirpool per citare alcuni casi). E i celebri bus a idrogeno? Quanto sono costati e soprattutto, dove sono finiti?

Vogliamo parlare di turismo? Aspettiamo di conoscere i dati sui contributi erogati a stazioni sciistiche portate sull’orlo del disastro o a strutture alberghiere poi vendute all’asta per importi addirittura inferiori al contributo provinciale.

Anche i soldi spesi per la cosiddetta “accoglienza”, passati dagli 1,3 milioni del 2014 ai 17,7 milioni del 2017 meriterebbero qualche spiegazione che, guardacaso, il governo provinciale dei compagni del candidato-senza-lista si rifiuta di fornire non rispondendo alle spiegazioni.

Il catalogo non è solo questo, toccherebbe cantare, e in 5 anni noi non siamo riusciti a completarlo. Attendiamo quindi l’intervento del candidato-senza-programma che, visto il tempo libero a disposizione, potrebbe aiutare noi e i trentini a capire.

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