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DEGASPERI E MARINI (M5S) – MOZIONE * AEROPORTO VERONA: « CATULLO EXPRESS, UN PROGETTO DA RISCOPRIRE, CONDIVIDERE E VALORIZZARE »

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08.08 - mercoledì 16 gennaio 2019

Nel periodo 2007 – 2017 il traffico passeggeri in Italia è cresciuto di circa il 30% passando da 136 a 175 milioni. Nello stesso periodo il traffico dell’aeroporto Catullo di Verona è sceso invece dell’11% passando da 3,5 del 2007 ai 3,1 milioni del 2017. Nel periodo considerato sono stati quindi potenzialmente persi più di 5 milioni di passeggeri tra mancata crescita e traffico perso annualmente nel periodo, considerando la crescita media a livello nazionale e non quella del Nord Italia che ha avuto tassi di crescita molto più alti, e quindi il valore considerato di passeggeri persi è sicuramente per difetto.

Purtroppo è noto che tra i concorrenti diretti del Nord Italia solo Verona ha mostrato limiti di crescita del traffico: Bologna, Venezia e Bergamo sono cresciuti nello stesso periodo più del 60%, assorbendo gran parte del traffico che una volta utilizzava lo scalo Veronese. Poco significative si possono considerare le variazioni positive fatte segnare nel 2017, dato che la crescita è prevalentemente legata a traffico low cost domestico e charter in partenza da Verona per destinazioni quali le isole greche, la Baleari e la Sicilia. In particolare, da evidenziare che dall’ingresso della Save di Venezia (2014) il traffico internazionale ha perso il 5% rispetto ai volumi di traffico domestico passando dal 71% come volume totale del traffico che è transitato per Verona nel 2014 al 66% la quota di traffico internazionale sul totale transitato nel 2017 a conferma della trasformazione dello scalo ad aeroporto low cost a servizio di rotte domestiche. Un impatto negativo sul business del turismo non solo per il territorio trentino, ma anche quello più esteso del Garda. Si può, comunque, stimare che circa il 30% dei passeggeri dispersi dal Catullo fosse di origine internazionale legata al turismo.

La situazione è anche la conseguenza delle scelte sulla mobilità operate nel passato anche recente, compreso la scarsa cura dimostrata dalla Provincia per un’infrastruttura di cui indica il vicepresidente e di cui, tramite Aerogest srl, detiene una quota consistente. Lo scalo di Verona rimane il punto di arrivo più vicino e comodo per il Trentino ma un aeroporto per essere a servizio di un territorio ha bisogno di collegamenti pubblici, almeno verso le città più importanti e prossime con capacità e frequenze adeguate. In questo scenario il Trentino non gode di questi benefici ed il turista ha poche e difficili alternative per raggiungerlo: il mezzo privato individuale diventa quasi sempre insostituibile per chi vuole raggiungere il nostro territorio, com’anche per il residente che voglia connettersi con un hub nazionale o internazionale. Ciò di fatto restringe sensibilmente se non drammaticamente anche l’ampiezza del mercato a cui il Trentino del turismo può rivolgersi: nel 2017, per esempio, il traffico russo a Verona ha fatto segnare un -17% in parte dovuto a limitati collegamenti pubblici.

Nella consapevolezza che la modifica dello stato di fatto non possa avvenire nel breve periodo, è però importante avviare un percorso di riposizionamento dell’aeroporto Catullo, e soprattutto della Provincia nei confronti del suo aeroporto di riferimento. Pare innanzitutto che, rispetto alle certezze del recente passato, ci si sia accorti che non tutto è come è stato dipinto. Non ci sono dubbi che un aeroporto ha bisogno di collegamenti pubblici che lo rendano facilmente e velocemente raggiungibile da chi sceglie di rinunciare al mezzo privato. Consci di ciò, sono gli stessi attori del sistema turistico trentino a promuovere con successo il servizio di trasporto collettivo da e per gli aeroporti del Nord come alternativa a quello individuale, proprio “per rendere più accessibili le destinazioni turistiche agli ospiti in arrivo nei principali aeroporti di riferimento”.

Un possibile intervento da parte della Provincia, quale attore pubblico che potrebbe essere ripreso e rivalutato per i fini sopra descritti è quello del collegamento “Catullo Express”, ovvero di un collegamento ferroviario diretto fra il Trentino e lo scalo veronese attraverso la stazione di Dossobuono. Nella sostanza si tratterebbe semplicemente di prolungare la corsa esistente che arriva fino ad Ala di circa 60 chilometri, per raggiungere Dossobuono e prevedere una navetta che colleghi la stazione all’aeroporto, distante circa un chilometro.

Esiste già un contratto tra Provincia e Trenitalia per la gestione della linea fino ad Ala, che pare registrare comunque coefficienti di riempimento modesti. Sarebbe quindi necessario aggiornare il contratto di servizio in essere riuscendo magari a migliorare lo stesso tasso di utilizzo.

Naturalmente dell’iniziativa potrebbe essere parte anche la Provincia di Bolzano, anch’essa socia dell’aeroporto e cointeressata ad ottimizzare l’accessibilità al proprio territorio, e potrebbe contribuire alla copertura dei relativi costi.

Il progetto “Catullo Express” pensato fin dal 2013 con l’arrivo della gestione Save (fine 2014) è stato inspiegabilmente messo nel cassetto. Nella proposta iniziale, il servizio navetta aeroporto – stazione Dossobuono (10’ di percorrenza) sarebbe stato messo a disposizione dalla società di gestione che puntava ad offrire il servizio anche al territorio veronese, offrendo la possibilità di parcheggiare in aeroporto ed utilizzare la navetta per raggiungere la stazione di Dossobuono per prendere il collegamento ferroviario. Questo avrebbe avuto degli effetti positivi, allargando il mercato verso il turismo locale anche giornaliero, un potenziale davvero importante da sfruttare. I collegamenti ferroviari, per definizione, danno certezza negli orari di partenza e arrivo anche con condizioni meteo avverse, e quindi potrebbe stimolare un nuovo mercato per le strutture trentine.

Il collegamento ferroviario proposto (quasi a costo zero) darebbe finalmente al territorio trentino quel servizio pubblico che non ha mai avuto. Oltre agli aspetti legati al turismo per le strutture recettive trentine, consentirebbe – ad esempio – ai residenti trentini di avere un importante accesso all’aeroporto, anche per i voli domestici in partenza, di solito, di mattina presto come il volo per Roma.

Il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale:

ad effettuare un’analisi approfondita sull’opportunità anche prospettica di attivare il collegamento ferroviario con l’aeroporto Catullo prolungando le corse fino alla stazione di Dossobuono, coinvolgendo nelle analisi la Provincia di Bolzano e riferendo l’esito delle valutazioni alla competente commissione entro 6 mesi.

 

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Cons. prov. Filippo Degasperi

Cons. prov. Alex Marini

 

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