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DE GODENZ (UPT) – INTERROGAZIONE * APICOLTORI TRENTINI: « LA PAT INTENDE VALUTARE TEMPESTIVAMENTE LE DIFFICOLTÀ DEL SETTORE E PROPORRE NUOVE POLITICHE PIÙ ATTENTE? »

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12.32 - lunedì 20 maggio 2019

Sono stati recentemente confermati anche in Trentino, come avvenuto nel resto della nazione, un’allerta per il mondo dell’apicoltura e un conseguente allarme per la produzione mielifera.

Gli andamenti stagionali non hanno certo contribuito in maniera positiva, considerando che a un inverno tendenzialmente siccitoso è seguito, anche in questa primavera ormai inoltrata, un periodo di piogge e temperature al di sotto della media.

Come confermato dall’Associazione degli apicoltori trentini in un recente comunicato, infatti, le api necessitano, per poter produrre miele di date temperature per volare sui fiori e trovare polline e nettare, entrambi preziosi ma con utilità diverse. Con temperature basse – anche molto inferiori ai 13 gradi come quelle registrate ultimamente, esse possono infatti trovare polline (utile per la covata) ma non nettare, necessario per sfamarsi.

Insomma, risulta chiaro come, senza l’intervento degli apicoltori questa stagione anomala provocherebbe una forte moria di api per fame.

Inoltre le api, trovandosi in tali condizioni, non sono in grado di produrre miele, tanto che ormai gli esperti del settore sono concordi nel considerare la prima parte della stagione produttiva come persa, a causa della fioritura di alcune specie di fiori – ad esempio il “dente di cane” – risultate vuote, non essendoci fotosintesi per la mancanza di calore.

Il rischio per il futuro, qualora questo prolungamento della stagione invernale dovesse divenire un trend consolidato, sarà quello di vedere scomparire alcune varietà di mieli locali primaverili con conseguenti ovvie ripercussioni oltre che ambientali, anche economiche per le aziende del settore.

Con il cambio climatico rischiano di sparire sia le api che le aziende provinciali che, curandole e allevandole, producono reddito, lavoro e prodotti di altissima qualità, come attestano i numerosi riconoscimenti che da anni i nostri apicoltori vincono e si vedono consegnare a praticamente tutte le mostre e agli eventi dedicati alla produzione del miele.

Risultata pertanto necessario procedere urgentemente ad un diverso e più deciso sostentamento – come richiesto anche in precedenti proposte dello scrivente – del settore apicoltura della nostra provincia poiché, riportando sempre quanto dichiarato dal presidente dell’associazione trentina Facchinelli, tutti gli apicoltori provinciali fanno parte del grande bacino dell’agricoltura ma spesso non si sentono coinvolti appieno nelle politiche di settore che percepiscono essere basate più sugli ettari e sui capi di bestiame che sugli alveari.

Pertanto, tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere

1) se intenda valutare tempestivamente le difficoltà del settore e proporre nuove politiche più attente e concrete per rispondere ai bisogni evidenziati dagli apicoltori della Provincia autonoma di Trento

2) se la stessa intenda intervenire tempestivamente in favore degli apicoltori trentini colpiti da condizioni metereologiche avverse prevedendo lo stanziamento anche di nuovi specifici contributi

Secondo quanto previsto dal regolamento interno chiedo risposta scritta.

 

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cons. Pietro De Godenz

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