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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * MANOVRA ASSESTAMENTO: « LO SCONTRO RIGUARDA GLI AIUTI ALLE FAMIGLIE PER LA NATALITÀ E LO STOP ALL’OBBLIGO DI SOSTENERE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE »

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13.40 - giovedì 25 luglio 2019

Continua senza trattative sugli emendamenti la maratona in Aula per la manovra di assestamento della Giunta. Lo scontro riguarda sempre gli aiuti alle famiglie per la natalità, lo stop all’obbligo di sostenere la cooperazione internazionale, la reintroduzione del sovrintendente e la libertà degli istituti sul Clil.

Alle 9.30 è ripartita in Consiglio la discussione sul disegno di legge 21 relativo all’assestamento di bilancio provinciale 2019-2021, quarto punto all’ordine del giorno della sessione dedicata alla manovra finanziaria estiva. I capigruppo hanno stabilito ieri che nel pomeriggio di oggi i lavori riprenderanno alle 14.30 anziché alle 15.00 per proseguire poi ad oltranza fino al voto conclusivo. Oggetto dello scontro e dell’assenza di negoziato tra opposizioni e maggioranza sui 7.941 emendamenti depositati sono sempre il “bonus bebè” (i contributi previsti per incentivare le famiglie ad avere figli), l’eliminazione degli aiuti obbligatori alla cooperazione internazionale (cui non sarà più riservato lo 0,25% del bilancio provinciale) e le norme riferite alla scuola (reintroduzione del sovrintendente e autonomia degli istituti sul trilinguismo).

Degasperi: a pagare il bonus bebè saranno le famiglie prive di agevolazioni fiscali.

Il primo ad intervenire è stato Filippo Degasperi (5 stelle), che ha evidenziato in particolare la “clamorosa inversione di rotta della Giunta sulla tassa di soggiorno”. Nella precedente legislatura, ha osservato, la Lega si era sempre opposta all’introduzione di questa tassa, mentre oggi anche su questo fronte si nota una “ritirata napoleonica”. Sulle opere pubbliche, in questa manovra vi sono risorse aggiuntive per 167 cantieri, la maggior parte dei quali arrivano dal passato, ma nel capitolo riguardante l’ospedale di Cavalese e il Nuovo ospedale del Trentino i soldi mancano. Degasperi ha rilevato che il presidente nella sua relazione ha parlato esclusivamente di strade. Nessun riferimento, invece, alle ferrovie. Come se le opere pubbliche in Trentino fossero solo le strade. Sostegno alla natalità: per Degasperi va riconosciuto il merito di aver messo questo tema cruciale al centro dell’attenzione politica “a differenza della Giunta precedente”. Il meno 1,1 del trend demografico del 2017 mostra una situazione drammatica. Nel volgere di qualche hanno vi saranno in Trentino 50 anziani ogni 100 lavoratori. Bene anche il contributo alla natalità: il problema nasce quando si va a vedere chi paga il “bonus bebè”, perché le risorse derivano a ben guardare dall’aumento delle tasse. L’eliminazione dell’addizionale regionale Irpef sugli stipendi e sulla pensione delle famiglie con reddito inferiore ai 20.000 euro, potrebbe significare infatti circa 1.200 euro in meno per certe famiglie, che il bonus natalità dovranno quindi pagarselo. Se poi questa misura sostituirà il contributo che già l’Inps eroga per ridurre le rette sugli asili nido, andrebbe a scapito del nostro bilancio. Condivisibile è invece per Degasperi il pacchetto dei provvedimenti della Giunta sull’Itea.

Savoi: entro fine anno ripristineremo l’agevolazione sull’addizionale Irpef.

Savoi ha ricordato che la norma sull’addizionale Irpef scade il 31 dicembre 2019 e quindi sarà compito della maggioranza, visto che non vogliono aumentare le tasse, evitare che ai trentini vengano fatti pagare 24 milioni di imposte. Per il ripristino del territorio, inoltre, Savoi ha assicurato che i 5 milioni di euro di contributi statali non sono stati persi e saranno recuperati.

Rossi: sul trilinguismo si preveda più flessibilità, ma senza cancellare l’obbligo.

Il capogruppo del Patt Ugo Rossisi è espresso con toni concilianti e ha chiesto al presidente Fugatti un confronto sui margini di manovra che si possono aprire in merito all’insieme degli emendamenti proposti. Questo per le modifiche presentate relativamente agli interventi sia di ripristino del territorio devastato dalla tempesta Vaia sia per la natalità. Rossi ha ricordato le proposte del proprio gruppo per integrare il bonus bebè: prolungare il sostegno fino ai 18 anni di età dei figli, per i quali le spese grosse a carico delle famiglie iniziano dopo il compimento dei 10 anni; e più lavoro per le donne estendendo le tutele già previste nel settore pubblico anche al privato, chiedendo l’adesione alle imprese. Investimenti: il Patt chiede non di sostituire l’intervento promesso dall’A22 per la realizzazione della tangenziale di Rovereto, ma un sforzo per dare avvio da subito ad un finanziamento provinciale analogo a quello messo in campo per la Mori- San Giovanni e per Pinzolo. Tassa di soggiorno: si mantenga l’imposta legata al settore turistico. Solidarietà internazionale: su questo punto Rossi ha segnalato l’odg presentato dal Patt per impegnare la Giunta a finanziare il comparto tenuto conto della media, sempre inferiore allo 0,25% del bilancio previsto dalla legge, dei contributi erogati negli anni scorsi. Trilinguismo: il pericolo che si profila è di allentare la pressione tornando indietro, ad una situazione in cui ciascun istituto farà quel che vuole. Anche perché le ore utilizzabili per il clil vengono tagliate. Giusto introdurre correttivi e flessibilità nel piano, ma senza togliere l’obbligo del clil, che ha indotto anche i genitori ad impegnarsi di più per permettere ai figli di apprendere le lingue.

Marini: ignorato il problema della corruzione, i cui costi sono altri anche da noi.

Alex Marini (5 stelle) si è soffermato su un tema che, ha lamentato, il ddl sull’assestamento non affronta: la prevenzione della corruzione. Eppure, ha ricordato, il costo della corruzione in Italia raggiunge i 230 miliardi. In Trentino potrebbe oscillare tra 1 e 4 miliardi di euro circa. Ma anche si trattasse di 100 milioni di euro non sarebbe poco. Il 40% dei fenomeni corruttivi riguarda per la Corte dei conti gli appalti e le opere pubbliche. I casi rilevati dalla magistratura sono solo la punta dell’iceberg del problema. Il tema è rilevante anche per il Trentino dove, inoltre, vi sono già state avvisaglie ufficialmente rese note sul rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. L’unica cosa fatta dalla Provincia è stata la nomina di un gruppo di lavoro sulla corruzione nel 2012, rinnovato nel 2014. Occorrerebbe invece fare sistema su tutti i dati disponibili e mettere in campo serie iniziative di prevenzione. Come? Il movimento 5 stelle propone l’istituzione presso il Consiglio provinciale di un osservatorio per la prevenzione e il contrasto della corruzione. Questo per assicurare l’indipendenza dell’organismo visto che la Giunta non ha mai offerto sufficienti garanzie. Marini propone anche di ripristinare con l’assestamento anche l’organico di 5 giornalisti che in passato l’ufficio stampa del Consiglio provinciale ha avuto, mentre oggi ne ha solo 4, mentre la Giunta dispone di 31 dipendenti che si occupano di comunicazione. C’è una macchina di propaganda fortissima e dall’altra, in Consiglio, un’utilitaria che deve informare non solo sull’attività delle minoranze ma in merito a tutte le forze politiche. Questo anche per poter gestire la partecipazione dei cittadini attraverso i social network. Infine Marini chiede con emendamenti di prevedere risorse per la realizzazione di una sigla musicale per le Olimpiadi invernali del 2026 e per l’introduzione di alcuni istituti di partecipazione popolare.

Tonini: si eviti di essere generosi con l’Insp che solo nel nostro territorio è in attivo.

Secondo il capogruppo del Pd per la Giunta è arrivato il momento di confrontarsi con le opposizioni in vista di un possibile accordo. E ha osservato che “in questa manovra c’è molto di buono perché c’è poco di nuovo”. Si tratta infatti di una manovra che assesta il bilancio che già c’è. C’è quindi una inevitabile continuità istituzionale che prescinde dai cambiamenti politici e dalle promesse fatte in campagna elettorale. La nuova maggioranza deve in altri termini adattare il principio di piacere, quel che cioè vorrebbe fare, al principio di realtà, vale a dire a quel che si può effettivamente fare. Oltre alla continuità c’è comunque anche del nuovo, ha riconosciuto Tonini. Un nuovo che per il Pd in parte non è buono e in parte sì. Positivo è il nuovo che ha maggior valore simbolico in questa manovra: gli investimenti e le infrastrutture, anche se lo sviluppo non si fa solo “asfaltando”. Buono nelle intenzioni è anche l’aver individuato nella questione demografica la questione del futuro. Anche per il Pd il primo problema del Trentino è il problema demografico. Si tratta di fermare il declino della natalità e di tentare di invertire la tendenza. Sono i mezzi individuati in vista di questo obiettivo ad essere, per Tonini, sbagliati. Perché l’esperienza già avuta a livello nazionale dimostra che con 100 euro in più al mese aiutano sicuramente le famiglie beneficiarie ma nessuno decide di mettere al mondo un bambino perché sa di avere 100 euro al mese in più nei suoi primi tre anni di vita. Fare un figlio è infatti come accendere un mutuo trentennale. E non accende un mutuo trentennale chi si vede promettere uno sconto nei primi tre anni. Per aiutare davvero le nascite ferma restando l’utilità del bonus per aiutare le famiglie con reddito medio-basso (ma perché prevedere lo scalino dell’Icef dello 0,40?) occorre incentivare l’occupazione femminile. “Si provi almeno – ha esortato Tonini – a non disincentivare il lavoro femminile con il bonus bebè”. Guarda caso i Paesi e i territori dove più alto è il tasso di lavoro femminile, lo “sboom” demografico risulta meno grave che altrove. Il capogruppo Dem ha auspicato, lette anche alcune dichiarazioni di Fugatti, un avvicinamento della posizione della Giunta su questo punto. Ancora: l’unica regione d’Italia dove l’Inps è in attivo è la nostra. Non esageriamo quindi con la generosità nei confronti dell’Inps con quest’aiuto alle famiglie.
Tonini ha poi ribadito il “no” alla scelta della Giunta di rimuovere con il ddl la soglia dello 0,25% delle risorse destinate dal bilancio provinciale alla cooperazione internazionale. “Fate un danno al Trentino su due versanti”, ha ammonito. In primo luogo “perché vi allontanate dal sentimento profondo anche delle nostre piccole comunità del Trentino” come ha dimostrato le dichiarazioni rilasciate dalla presidente della cooperazione Mattarei, per la quale decidere di ridurre gli aiuti alla solidarietà internazionale sarebbe un errore gravissimo. La seconda voce da ascoltare è quella dell’ex assessore all’istruzione della Provincia, l’autonomista Luigi Panizza, impegnato con un’opera di cooperazione in Kenia). Tonini ha ricordato anche che l’Osservatorio dei Balcani, sbrigativamente liquidato ieri nel suo intervento da Claudio Cia, è in reealtà un’eccellenza non solo trentina ma nazionale ed europea. Questo strumento, ha spiegato, è finanziato dalla Provincia solo per il 30% mentre il 70% dei contributi viene dall’Unione europea. Il capogruppo Dem ha poi citato vari altri esempi concreti che documentano come la cooperazione trentina, mettendo in collegamento territori lontani tra loro, abbia generato vantaggi economici sia per le imprese della nostra provincia sia per l’Italia. “Non siamo in grado di affrontare i nostri problemi sociali con il 99,75% della spesa – si è “scaldato” Tonini – e di dedicare lo 0,25%, cioè un quarto di punto di percentuale del nostro bilancio che insieme all’Alto Adige è uno dei più ricchi d’Italia, a questo obiettivo. Obiettivo che oltre ad esser etico e morale, oltre a poterci portare qualche sconto di purgatorio, fa anche i nostri interessi, perché può essere una via per aprirci relazioni importanti. Come nel caso della Trentino nel Mondo”.
Tonini ha concluso sulla scuola ricordando i due disegni di legge presentati su questo settore e che la Quinta Commissione dovrà esaminare: perché allora non presentare in quell’ambito anziché nella manovra di assestamento la proposta del sovrintendente? Quanto al Clil per il capogruppo del Pd è giusto rivedere il problema del possibile eccesso di dirigismo emerso al riguardo su questo tema. Ma non si dia il messaggio che il Trentino non crede più nella valenza dell’apprendimento delle lingue straniere.

Claudio Cia (Agire) ha replicato a Tonini sull’Osservatorio dei Balcani a Tonini che gli aveva rimproverato di “non capire”, ricordando di aver solo segnalato ieri in Aula, dati alla mano, che i finanziamenti provinciali a questo strumento sono a suo avviso eccessivi.

Dalzocchio: “è con la famiglia che si fanno figli e non con il lavoro”.

La capogruppo della Lega Mara Dalzocchio si è detta “allibita” non tanto delle critiche delle minoranze alle scelte della Giunta, ma per l’atteggiamento incomprensibile di alcuni consiglieri che hanno mostrato il peggio di loro stessi. Più d’uno ha dimostrato infatti supponenza e offeso gli assessori donna della Giunta. “Peccato – ha aggiunto – che la vostra superiorità non sia emersa nei fatti quando la Giunta era formata da voi. Proprio per questo i cittadini del Trentino non vi hanno premiato con il voto. Sembra che per voi i cittadini del Trentino siano un optional”. Sulla solidarietà internazionale ha ricordato che il mondo della cooperazione ha beneficiato negli ultimi anni di 56 milioni di euro di aiuti pubblici, equivalenti a 100 miliardi di lire. Da un confronto con la Provincia di Bolzano emerge che le risorse stanziate per la cooperazione internazionale sono pari ad un quarto rispetto a quelle destinate dalla Provincia di Trento. La Lombardia nel 2018 ha finanziato 33 progetti per la cooperazione internazionale per un totale di 3,2 milioni di euro, molto meno della Provincia di Trento. Non per questo si possono accusare i lombardi di aver un cuore di pietra. Dalzocchio ha sottolineato che se si tratta di aiutare con la cooperazione internazionale chi ha bisogno di mangiare, bere, lavorare e crescere nei propri Paesi, a questi scopi e non ad altro andrebbero finalizzati gli aiuti del Trentino e non sprecate per altro, come invece è accaduto. “Non siamo insensibili né razzisti”, ha aggiunto ribattendo alle accuse emerse dagli interventi dei consiglieri di minoranza.
Sulla Valdastico “questa Giunta e la Lega – ha sottolineato Dalzocchio – sono sempre per il sì e mai per il no”. E ha ribadito al riguardo la convinzione che “a Rovereto vi è una maggioranza silenziosa favorevole” al prolungamento dell’A31 nel Trentino. A suo avviso quest’infrastruttura aiuterà soprattutto il turismo, settore che oggi ha bisogno di crescere in alternativa all’industria sia a Rovereto che nel Trentino. Su questi punti la capogruppo del Carroccio ha ripetuto che il suo pensiero è stato interpretato, travisato e non rispettato e riportato fedelmente dai giornali. Nessuno inoltre ha accennato, a suo avviso, agli apprezzamenti espressi su questa manovra dalle categorie economiche e dalla stessa cooperazione.
Sul welfare, aiuti alle famiglie e azioni di contrasto alla denatalità, è stato detto e ripetuto che dove le donne lavorano si fanno più figli ma si è chiesta se questo sia vero. “In Emilia Romagna – ha ricordato – negli anni ‘70 l’occupazione femminile era molto alta, ma negli anni ‘90, quando la regione aveva raggiunto notevolissimi livelli di benessere, le nascite sono precipitate raggiungendo un record negativo ineguagliato nel mondo. “E’ con la famiglia che si fanno figli e non solo con il lavoro. Occorre quindi aiutare le famiglie, perno della società, in tutti i modi, perché la cultura e la politica dagli anni ‘80 in poi sono andate in senso opposto”.
Sulla scuola Dalzocchio si è detta convinta che le proposte dell’assessore Bisesti vanno nella direzione che gli istituti si aspettano. Le scuole hanno ripetuto in più occasioni di non riuscire a portare avanti il Clil e che vi sono anche altri modi di insegnare le lingue straniere. Vi sono anche altre metodologie che gli istituti autonomamente possono adottare e gestire. A proposito del sovrintendente, questa nuova figura per Dalzocchio farà da ponte fra gli istituti e il direttore generale della Provincia, raccogliendo le richieste poste a livello didattico dai dirigenti scolastici.
Sull’orso e i grandi carnivori, Dalzocchio ha detto che le piacerebbe fare un’indagine tra i cittadini trentini per sapere se loro sono contenti e si sentono sicuri nei rapporti con questi animali. Stiamo parlando di un orso dichiarato problematico non dalla Giunta Fugatti ma dai tecnici e dagli esperti, secondo i quali andrebbe catturato e rinchiuso in modo da non nuocere. La capogruppo ha ricordato i cittadini che hanno denunciato la presenza vicino a luoghi abitati e sensibili di orsi che non erano stati registrati. Gli orsi hanno bisogno di spazi ma il Trentino è un territorio antropizzato e che vi sono persone che lavorano e che hanno diritto di essere difese. Quando si parla di orsi, secondo Dalzocchio, bisogna dare retta ai tecnici che ne sanno più di noi e che ci danno delle indicazioni. Tecnici che c’erano anche nella scorsa legislatura. “E’ doveroso – ha proseguito – che oggi la Giunta li ascolti prendendo le dovute precauzioni. Non si tratta di uccidere l’orso. Non sono nemica degli animali e affermare questo è una becera strumentalizzazione”. Ha quindi plaudito all’ordinanza del presidente Fugatti che prevede anche la possibilità di abbattere M49. E ha concluso ripetendo che quella guidata dalla Lega è la Giunta del cambiamento che i cittadini del Trentini chiedono.

Zeni: la maggioranza non entra nel merito delle proposte delle minoranze.

Luca Zeni (Pd) ha stigmatizzato la mancanza di approfondimenti negli interventi della maggioranza. Rispetto alle proposte avanzate dalle opposizioni ad esempio sul bonus bebè “non ho sentito alcun commento nel merito”, ha lamentato. Perché ci si può certamente trovare in disaccordo, ma su argomenti e non su slogan e titoli, ha spiegato. Zeni ha tuttavia sposato in pieno la proposta di Dalzocchio che sugli orsi ha esortato ad ascoltare i tecnici. Occorre che le affermazioni anche in merito all’istruzione, all’economia, alla sanità siano supportate dai dati e le analisi dei vari settori non dalle rappresentazioni che si offrono della realtà. Già mantenere e portare avanti quel che è stato fatto sarebbe una buona cosa. Sono gli slogan da bar ad apparire offensive.

Claudio Cia (Agire) ha replicato a Zeni per fatto personale ricordando di aver affermato che quando si tratta di un pagare un ticket sanitario agli stranieri è permesso di non pagare mentre ad un anziano trentino no. Dal 2013 al 2015 nella sanità trentina sono stati tagliati 100 milioni di euro. Zeni lo ha invitato a guardare i bilanci e non i titoli dei giornali.

Ferrari: funzioni del sovrintendente da disciplinare in legge, non con una delibera.

Sara Ferrari (Pd) ha parlato di occupazione femminile e di scuola. In questa Provincia – ha ricordato – non siamo all’anno zero nell’incentivare l’occupazione femminile, fondamentale per spingere una famiglia a fare figli. Per questo ha segnalato l’ordine del giorno da lei presentato che chiede di continuare a portare avanti le misure già messe in campo dalla Provincia a favore dell’occupazione femminile. I dati- ha sottolineato Ferrari – dimostrano che queste misure funzionano. Si tratta ad esempio degli incentivi alle imprese per l’occupazione delle donne. Ma anche del Family audit introdotto per aiutare le imprese ad organizzare i propri orari in modo tale da favorire la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Senza venir meno al lavoro ma anche per sostenere la possibilità di combinare questa necessità con la famiglia. “Mi par di capire – ha però constatato Ferrari – che questo mio odg non incontra la condivisione della Giunta”.
Sulla scuola Ferrari ha ricordato che la scelta di re-introdurre il sovrintendente scolastico è importante e condivisibile. Ma che proprio per questo secondo Ferrari occorrerebbe che la Giunta si prendesse il tempo di condividere con gli operatori del settore questo obiettivo. Anche considerato che vi sono due disegni di legge sulla scuola già depositati e nei quali questa proposta potrebbe inserirsi. Messa così appare invece una risposta veloce a una promessa fatta in campagna elettorale, ma che rimane lontana dall’autonomia degli istituti e dai dirigenti scolastici. Le funzioni assegnate a questa figura, che non può essere la pura riedizione del “vecchio” sovrintendente scolastico trentino visto che il sistema è nel frattempo cambiato, andrebbero disciplinate con precisione in legge e non con una delibera come si prevede invece nel ddl sull’assestamento del bilancio. Sbagliato è inoltre per Ferrari prevedere che il sovrintendente sia scelto dalla Giunta e senza concorso, scavalcando completamente gli istituti, perché poi questa figura non si trovi a dover “ringraziare” un determinato potere politico. Andrebbe inoltre affidato al sovrintendente il compito di proporre alla Giunta la preposizione dei dirigenti scolastici agli istituti. Infine per la consigliere è bizzarro che la Giunta preveda con l’assestamento l’accesso all’Alta Formazione Professionale senza diploma di maturità. La denominazione Alta Formazione Professionale è per Ferrari equivoca perché lascia intendere che sia riservata a chi esce da un precedente percorso nei centri di formazione professionale, mentre è accessibile anche a chi conclude qualunque liceo. La consigliera ha quindi proposto di cambiare nome all’AFP.

Masè: giusto il bonus bebè perché mette al centro la famiglia.

Vanessa Masè (Civica) ha concentrato l’attenzione al tema natalità rispondendo ad una delle maggiori critiche mosse al piano della Giunta, che non interverrebbe in modo strutturale sul problema. Masè ha riconosciuto che la natalità non ripartirà dall’oggi al domani con queste misure contributive che, però, sono un inizio. Il bonus bebè è un intervento sul quale le famiglie potranno contare. Ha sottolineato per questo la differenza tra politiche conciliative e politiche per la famiglia. Le prime sono fondamentali per la dignità della donna. Ma anche i 100 euro al mese sono un aiuto importante se è vero che il figlio è un mutuo trentennale. Il punto è però, a suo avviso, sottolineare la centralità della famiglia. La donna va messa nelle condizioni di poter decidere liberamente. E anche di scegliere di rimanere a casa per accudire i propri figli. Masè si è detta peraltro convinta del valore non solo assistenziale ma anche formativo dei nidi per i bambini tra 0 e 3 anni. D’altra parte però, così come la scuola materna è un servizio facoltativo, occorre considerare tale anche il nido. Infine ha ricordato l’emendamento approvato in Prima Commissione a sua firma e diventato l’articolo 41 del ddl sull’assestamento a favore dei bambini e dei ragazzi che soffrono di sindrome di Aperger o di disturbi dell’apprendimento, auspicando che la norma trovi applicazione definitiva.

I lavori riprenderanno alle 14.30 anziché alle 15.00.

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