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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * LAVORI AULA: « VIA ALLA DISCUSSIONE GENERALE SULLA VARIAZIONE DI BILANCIO »

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19.12 - martedì 5 febbraio 2019

Variazione di bilancio, via alla discussione generale. Via alla discussione generale sulla variazione di bilancio. Dopo la relazione del Presidente Fugatti, il quale ha ricordato che questa manovra è stata determinata dai danni ingenti causati dal maltempo di fine ottobre, sono intervenuti il capogruppo del Patt, Ugo Rossi il quale ha chiesto a Fugatti di non recepire semplicemente il reddito di cittadinanza ma di riportarlo nell’alveo della legislatura della nostra autonomia, in base al principio che le decisioni vanno prese a Trento e non a Roma.

Il capogruppo del Pd, Giorgio Tonini, ha invece chiesto di aspettare, sempre sul reddito di cittadinanza, la trasformazione in legge del decreto per avere, a bocce ferme, un quadro certo dell’impatto finanziario sul bilancio Pat. Uno stop di poche settimane che permettere alla Pat di adottare una legge specifica anche a tutela dell’Autonomia. Inoltre, il capogruppo Pd ha lamentato che in questo ddl, oltre ad alimentare la confusione normativa, non prevede alcuna manovra per contrastare la recessione.

La discussione riprenderà domattina alle 10.

Dopo una sospensione di circa un’ora, poco prima delle 17, la seduta del Consiglio è ripresa. Il Presidente Kaswalder ha ricordato che nella conferenza dei capigruppo si è deciso di allungare i tempi di discussione della variazione di bilancio che sono stati portati, complessivamente, da 10 ore a 14 per permettere una discussione più approfondita del ddl.

 

 

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Fugatti: manovra urgente, in attesa dei soldi dello Stato.

Il Presidente della Giunta, Maurizio Fugatti, nella sua relazione introduttiva ha affermato che la variazione è stata determinata dai danni causati dalla tempesta di fine ottobre. Con questa manovra sono state trovare risorse, su 250 milioni di danni, per le necessità immediate: 60 milioni di accantonamento, rinviando spese per 33 milioni, mentre altre opere già finanziate sono state riviste e in parte recuperate con il ricorso al debito alla Bei con un mutuo di 100 milioni. Inoltre, 14,8 milioni sono stati recuperati sul Not, la cui previsione di spesa è passata da 160 a 148 milioni. La variazione è urgente, ha sottolineato Fugatti, ma temporanea. Il Governo, ha ricordato, ha già assegnato 2,5 milioni sui 53 stanziati a livello nazionale.

Il decreto fiscale sul 2019 ha messo a disposizione 480 milioni che verranno distribuiti nei prossimi giorni tra le regioni colpite dal maltempo. In più, sempre sul 2019, ci sono 800 milioni sulla finanziaria. Quindi, ha aggiunto il Presidente, i 2,5 milioni sono solo una prima parte in attesa della ripartizione definitiva. Nel ddl ha ricordato ancora Fugatti ci sono gli interventi sull’assicurazione dei Vvff volontari; si interviene sulla reperibilità dei medici, per riaprire alcune guardie mediche, a cominciare dal Tesino e dalla Val di Ledro. Il problema, ha però aggiunto, è di trovare i medici. Poi ci sono le gestioni associate che verranno sospese in vista di una riforma. Si può ragionare, ha detto infine il Presidente della Giunta rivolto all’opposizione, su come porre un limite temporale a questa sospensione. Anche sul ricorso al debito c’è la volontà di valutare alcuni odg.

 

 

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Rossi: dobbiamo decidere noi, non Roma.

Rossi ha ricordato di aver chiesto a Fugatti, non di rinunciare alla modifica del reddito di cittadinanza, ma di poter discutere, in modo specifico, del tema della relazione che c’è tra le norme nazionali e prerogative della nostra autonomia speciale. Come è stato fatto nella scorsa legislatura. Un parlamento autonomo e una Giunta autonoma, ha aggiunto, dovrebbe fare valere sempre la possibilità di decidere e di liberare. Non si può rinunciare, perché se rinunciamo una volta, la seconda saremmo costretti a pentircene. Questo va fatto, ha ribadito Rossi, nei confronti dello Stato non del Governo. Potremmo anche decidere di fare 20 anni di permanenza per il reddito di cittadinanza, ma di farlo qui. Perché se andiamo avanti a recepimenti di provvedimenti nazionali il Consiglio diventerà inutile e le strane teorie delle macro regioni, con i tedeschi da un’altra parte, diventeranno realtà.

Con l’emendamento sulla cittadinanza, ha detto inoltre, si sta rinunciando alla difesa dell’autonomia in nome di un’obbedienza assoluta al capo che detta la linea. Linea che può essere anche condivisa, ma dobbiamo deciderlo qui, con un apposito ddl. Inoltre, il capogruppo Patt, a affermato che, come ha confermato lo stesso Fugatti, il decreto sul reddito di cittadinanza non chiarisce i rapporti con le norme della Pat. Quindi, ha chiesto Rossi, perché non aspettare 15 giorni con un decreto nazionale convertito in legge e di decidere qui in tutto e per tutto senza pericoli che la norma possa cambiare ancora? L’unica ragione per il no a questa proposta è che un eventuale rinvio possa essere visto come una sconfitta dalla maggioranza. Un’eventualità che il Patt, ha detto Rossi, non vuole cavalcare. L’importante è che la nostra autonomia venga posta sullo stesso piano dello Stato.

Infine, il capogruppo Pat ha detto che, anziché prendere le risorse destinate all’agricoltura, al turismo e alla scuola, si potrebbero fare 40 – 50 milioni di euro di indebitamento, niente rispetto a quello che si sta facendo a Roma, per poi rientrare con le “fantasmagoriche” risorse promesse dallo Stato, che, non si capisce con quale logica, dovrebbe pagare ai comuni i danni del maltempo al posto della Pat. Sulla valutazione dei danni, ha ricordato Rossi, nel mondo agricolo gli uffici Pat stanno complicando, con una burocrazia cervellotica, la vita ai contadini che hanno presentato le relazioni delle stime dei danni fatti dai tecnici. Sui boschi, è vero che non bisogna depauperare il valore, ma non tutti gli alberi hanno il valore di quelli di Pampeago, c’è anche legname di poco conto. Quindi, non si può dire che in Alto Adige hanno sbagliato a fare in fretta, perché il danno c’è stato e non può essere ristorato con un’ipotetica filiera. Vanno ripristinate le zone a valenza turistica, tutelando il valore del paesaggio a scapito di quello del legname.

Sul tema dei comuni, Rossi ha chiuso, ricordando che l’emendamento del Patt cerca di fissare un impegno sui tempi della sospensione delle gestioni associate a tutela della buona fede della Giunta e di quelli che in passato hanno ottemperato alla normativa.

 

 

 

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Tonini: un ddl che confonde le mele con le pere.

Giorgio Tonini, capogruppo Pd, ha detto che questa prima manovra della Giunta Fugatti non contiene misure anticicliche, in una fase di recessione, per far crescere la nostra economia e quindi le entrate della Pat, le misure di welfare e l’occupazione. Invece, il ddl pone al centro tre cose: le spese per i danni all’ondata di maltempo; la flat tax che, decisa del Governo, ha prodotto un calo di gettito; terzo, anche questa una decisione presa a Roma, l’istituzione del reddito di cittadinanza che comporta adattamenti alla nostra legislazione provinciale.

Il ddl è stato utilizzato per svuotare qualche cassetto politico e di propaganda, introducendo anche misure che con la variazione di bilancio non hanno nulla da vedere. Rilievi, ha aggiunto Tonini, in parte evidenziati dallo stesso Presidente Kaswalder, che possono sembrare pedanti, ma che sono fondamentali per la lotta al “mostro” della burocrazia. Il disordine legislativo, infatti, ha affermato il capigruppo Pd, sta alla base di tutti gli inghippi burocratici. Per questo non si devono mischiare norme finanziarie con quelle ordinamentali. Questo è inveceun ddl omnibus, dove la variazione di bilancio è marginale. Nel merito, le criticità delle gestioni associate sono evidenti, ha detto Tonini, ma una riforma così importante va fatta con una variazione di bilancio? Non se ne capisce il senso, anche perché si sospendono le gestioni associate pur mantenendo gli obiettivi di risparmio stabiliti.

Il Presidente del Cal Gianmoena, ha ricordato che le spese sono state ridotte con il taglio del personale al quale si è però fatto fronte proprio con le gestioni associate. Quindi sarebbe stato fatto meglio dire: basta gestioni associate ma diamo ai comuni più flessibilità sul personale. Altrimenti, scritta com’è, questa norma rappresenta un manifestino politico. Un’ulteriore testimonianza che mischiare le mele con le pere significa peggiorare la qualità legislativa. Sull’emendamento sui 10 anni per l’assegno unico provinciale, Tonini ha detto che si tratta di una norma cattiva e aberrante perché dice: si taglia a chi viene da fuori e furba perché riduce la platea perché i soldi per il reddito di garanzia non ci sono.

Sulla norma provinciale, il Presidente Fugatti ha fornito alcuni numeri ma che presuppongono che il decreto cambi nel suo iter parlamentare e da ciò è evidente che oggi non siamo in grado di valutarne l’impatto finanziario sul bilancio Pat. Quindi, ha detto, buona legislazione vorrebbe che si aspettasse la certezza della norma nazionale per poi, a bocce ferme, fare, qui, un ddl chiaro. Questo non si vuole fare, ha concluso, perché si vuol fare, anche qui, un manifestino politico. Grande sollievo da parte del capogruppo Pd di fronte alla dichiarazione del Presidente Kaswalder fatta nella conferenza dei capigruppo di aver dichiarato inammissibile l’emendamento che intendeva introdurre una modifica del Pup.

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